Capolavoro distopico di Terry Gilliam, a mio parere il suo miglior film, "Brazil" è un incubo ad occhi aperti, un esempio del talento visionario del regista applicato ad una critica al potere tagliente e caustica, il film sarebbe anche pervaso da una forte ironia, tipica delle opere del regista, ma personalmente non mi ha mai fatto ridere, proprio perché è un film che mi mette in uno stato di angoscia e paranoia come pochi altri, lo trovo di un pessimismo disarmante, un film dove non vi è il minimo spiraglio di luce, dove l'uomo viene inghiottito da un mare di tecnologia e burocrazia, dove la libertà praticamente è annientata a favore di un convenzionalismo forzato, dal quale non si può trasgredire, dove il potere elimina il minimo dissidente coi metodi meno ortodossi possibili.
Il film narra la storia di questo impiegato che lavora al ministero dell'informazione, che trascorre una vita estremamente macchinosa, nel suo appartamento a schiera in enormi stabili, che viene mandato a sistemare un piccolo errore burocratico, che ha causato l'arresto e la morte accidentale, si fa per dire, di un uomo, andandosi a scusare con la moglie di quest'ultimo, già le prime sequenze sono meravigliosamente deprimenti, l'arresto, che avviene in un un batter d'occhio, tramite questa tuta che immobilizza subito il soggetto davanti i propri figli senza dare il tempo a nessuno di chiedere spiegazioni ed un funzionario che sbriga subito le pratiche burocratiche con la moglie senza mostrare la minima empatia e non rispondendo alle sue domande, arrivano ai momenti successivi al ministero dove la donna non riesce ad ottenere mezza informazione sul marito venendo costantemente rimbalzata da uno sportello all'altro, perdendosi in formalità tra timbri, firme, moduli e tutto sto gran casino, il film continua a svilupparsi tramite l'incontro del protagonista con questa donna, una ribelle vicina di casa della donna che è andato a trovare, di cui si innamora, e che viene presto perseguitata dalla legge, a cui lui, che nel frattempo è stato promosso, darà una mano a fuggire, finendo anch'esso nel mirino delle forze dell'ordine e iniziando una terribile caccia all'uomo, il film funziona benissimo in ogni dettaglio, la descrizione del contesto è semplicemente meravigliosa, la messa in scena valorizza questo mondo grigio e caotico, pieno di cianfrusaglie, che fanno corrispondere la complessità della burocrazia a quella degli oggetti che vengono rappresentati, Gilliam regale delle scene surreali, come le visioni del protagonista, con la donna dei suoi sogni ingabbiata e trascinata da questi strani esseri con la faccia di bambino e lui che prova a librarsi in volo cercando di andare oltre ogni macchinosa e asfissiante componente del mondo in cui è intrappolato, ma venendo costantemente risucchiato o bloccato da qualcosa, momenti meravigliosi che mostrano tutta la visionarietà di Gilliam.
O ancora, i momenti con Tuttle, un caldaista interpretato da Robert De Niro, costantemente ricercato, alla stregua di un terrorista, che alla fine compare tre volte precise, ma regala sequenze di gran valore, tutta la parte in cui il protagonista deve aggiustare la caldaia la prima volta, nella quale riesce a coprirlo tramite la trovata di un modulo mancante ai manutentori che si disperano e vengono bloccati dalla burocrazia, o la seconda apparizione in cui riempie di liquami le tute dei manutentori, come piccola vendetta personale, poi vi sono le varie scene con la madre e le sue amiche, donne fissate con la chirurgia che fanno dell'apparire giovani il loro unico scopo di vita, la scena al ristorante nel quale mangiano dei piatti tutti uguali che hanno soltanto il gusto di ricette specifiche, ricorrendo alle foto per identificarli, altro momento che mostra una certa alienazione ed estrema massificazione, le geniali trovate scenografiche, con le imponenti statue ai ministeri, le porte gigantesche, che mostrano la forza titanica dell'ente, che distrugge a piacere le vite dei cittadini, questa trovata mi ha ricordato molto quel capolavoro che è "Il processo" di Welles, in cui le aule dei tribunali venivano mostrate con la stessa imponenza per asfissiare lo spettatore, ecco credo che Gilliam abbia preso spunto in diversi aspetti da quell'opera, riuscendo sia a replicarne l'umore che a crearne una sua variante più ironica e visionaria.
E c'è tanto altro, la manipolazione dell'informazione, con un sistema mediatico che propone il punto di vista esclusivo del governo, come accade con la donna di cui si innamora, bollata come terrorista ma che in realtà aiutava le persone coinvolte in attentati organizzati dal governo stesso - probabilmente questo significato si sublima in quella meravigliosa scena in cui Tuttle viene divorato dai fogli di giornale, della serie, la stampa che distrugge per sempre un uomo, altra scena straordinaria -, arrivando al sublime finale che mi ha messo una tristezza unica.
Brazil è un capolavoro della fantascienza sociologica, poco da fare, una visione nera su un futuro tremendamente inquietante, paranoico e asfissiante, caotico e insostenibile, semplicemente meraviglioso.