Che dire, mi tocca concordare coi pareri entusiasti riguardo questo film, magari senza esagerare ed erigerlo a film migliore di chissà che cosa, però c'è da ammettere che è un filmone, l'ennesimo grande lavoro di PTA che si conferma in una fase creativa straordinaria, anzi, ammetto che il PTA degli ultimi anni è quello che preferisco, quello di filmoni come questo, come "Phantom thread" e come "Inherent vice", e a proposito di quest'ultimo, trovo il collegamento facile da fare con "A battle after another", essendo entrambi tratti da Pynchon, qui PTA fa la stessa operazione che aveva fatto al noir con "Inherent vice", applicata al film d'attualità, ereditando quella struttura caotica, quell'atmosfera lievemente rarefatta e straniante, qui mostra un mondo in cui le ideologie sono totalmente in balia degli eventi, realizza un film sopra le righe fatto di paradossi in cui le varie linee di demarcazione sembrano costantemente annullarsi, basti vedere le varie figure che fanno capolino all'interno della corposa narrazione, le suore che coltivano marijuana per esempio, lo stesso personaggio di Penn che nel suo macchiettismo è emblema dell'ideologia moderna, fatta di contraddizioni, apparenza contro essenza, l'istinto animale, in questo caso sessuale, che prevarica qualsiasi ideologia per quanto radicata, il suo rapporto con Perfidia mostra proprio questo, da ambo le parti per intenderci, ed è un film che rifiuta ogni faziosità, ogni retorica, ci vuole restituire un mondo dai tratti crepuscolari in cui le grandi icone del passato si sono rassegnate, il personaggio di DiCaprio è lo specchio della vecchia generazione di combattenti che non solo non ha visto la situazione migliorare, ma l'ha vista peggiorare sotto i suoi occhi, un uomo che ha perso la speranza e vive alla giornata tra il divano e qualche cannetta, ultimo atto ribelle che gli rimane, e ripone tutto su una figlia che subisce le conseguenze dei suoi traumi, ma gli stessi ribelli del presente non sono esenti da critiche, basti vedere la lunga e divertente sequenza in cui DiCaprio cerca di scoprire il luogo del rendez vous, con l'addetto che si appiglia ad una stupida parola d'ordine in un momento di estrema emergenza, specchio dell'idealismo teorico messo fin troppo in primo piano rispetto ad un pragmatismo sempre più deficitario.
PTA, come se ci fosse bisogno di specificarlo, è egregio registicamente, regala sequenze di immenso valore alternando molto bene la descrizione del contesto, che, parere personale, è il punto forte del film, con i momenti di pura adrenalina, lo straniamento di Willa, giovane protagonista in balia di eventi di cui non sa nulla, si ripercuote sullo spettatore, con un forte uso della soggettiva - splendidi i momenti degli inseguimenti in cui vi sono le transfocature - o le numerose sequenze in movimento tra carrelli e zoom, il tutto funziona meravigliosamente, imponendo un ritmo serrato che valorizza sia la parte prettamente adrenalinica che i dilemmi in questione, tra etica, ideologia, istinto e pragmatismo.
PTA realizza un devastante ritratto dell'America contemporanea, mi è sembrata un'opera di per sé cupa, che nella sua caoticità prova a spazzare via le rigide contrapposizioni ideologiche classiche, ovviamente, e per fortuna, è un film schierato, ma che allo stesso tempo riesce a dare una visione estremamente onesta, con una piccola luce in fondo al tunnel.