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MAGIC IN THE MOONLIGHT regia di Woody Allen

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stratoZ     5½ / 10  02/10/2025 17:02:11 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

La premessa, o comunque la prima parte di questa commedia di Woody, erano anche interessanti, tirando in ballo un approfondito contrasto tra la razionalità e l'occulto, l'approccio al personaggio di Colin Firth, un illusionista totalmente razionale, che crede solo alla scienza senza nessuna apertura nei confronti del soprannaturale, è uno dei punti di forza del film, così tutta la vicenda che si sviluppa all'arrivo in questa tenuta della Francia del sud dove si dovrà confrontare con questa medium che sembra abbia davvero dei poteri mistici, da qui la narrazione sembra andare in una direzione dove pone qualche dilemma carino - essere razionali ma infelici a tutti i costi o nutrire una piccola illusione per stare meglio? - e scandaglia bene la figura del protagonista, il suo passato, i suoi ricordi, l'affettuoso rapporto con l'anziana zia e quello con lo stimato collega, ma il tutto viene un po' buttato alle ortiche da una seconda parte che vuole forzatamente prendere quella banale via del sentimentalismo a tutti i costi, andando a virare sullo sviluppo dei rapporti secondo archetipi fin troppo rivisti, il rapporto tra il personaggio della Stone ed il protagonista è un po' la solita rivisitazione dei due che inizialmente non si sopportano e finiscono per innamorarsi, tirando in ballo anche quel concetto dell'irrazionalità dell'amore, nel quale il protagonista riconosce la sua attuale compagna come la donna perfetta per stare insieme a lui, a causa di una serie di caratteristiche totalmente affini con la sua personalità, ma pian piano comprende quanto il cuore riesca a comandare tutto e prendere il sopravvento sulla mente.

Diciamo che vista la seconda parte, mi è saputo un po' di occasione sprecata, è un Woody che si adagia sugli allori e non corre nessun rischio, da al pubblico la storiella d'amore che vuole e confeziona tutto bene, da un duo di protagonisti in ottima forma, la Stone è lontana dalle sue migliori performance, ma ha comunque un fascino incredibile, Firth alla fine interpreta sempre se stesso, e nel contesto ci sta benino, arrivando a delle belle ambientazioni, nel bel mezzo di un'estate francese che regala serate al chiaro di luna e suggestivi paesaggi, ovviamente non manca il marchio di fabbrica dell'autore, con i suoi soliti dialoghi strabordanti, acuti e che personalmente trovo sempre gradevoli.