L'ultimo film di Garland è una ricostruzione di un famoso episodio della Guerra in Iraq riguardante la Navy SEAL statunitense, un'opera di guerra che ripercorre le reali testimonianze dei soldati presenti che sono sopravvissuti a questa spaventosa operazione nella quale un'unità prende possesso di una casa per utilizzarla come base e dover combattere gli insorti del posto.
DIciamo che nel complesso è un film gradevole, che ha il grande difetto di non proporre nulla di originale rispetto ad altri centinaia di film di guerra già visti, è un'opera con chiari riferimenti antimilitaristi, che mostra l'orrore da vicino, che si divide in una prima parte in cui accade poco ma la tensione è ben gestita, tramite piccoli indizi sintomatici di quello che starà per accadere, con un particolare silenzio che tiene sulle spine lo spettatore per una buona mezz'ora, almeno, ed una seconda parte in cui l'orrore ed il terrore esplodono violentemente, con l'unità intrappolata che dovrà riuscire a sfuggire a questo feroce assalto dei ribelli, armati fino ai denti, tra esplosioni che mandano alcuni soldati in mille pezzi e cecchini che non lasciano scampo a chi prova a lasciare la casa, vi è un buon uso del sonoro, che rende il film particolarmente immersivo ed una forte componente emozionale, i registi sono bravi nel catturare la sofferenza di uomini coinvolti nell'esplosione, costantemente in pericolo di vita e con la consapevolezza di non poter mai più tornare alla vita di prima, prendendo spesso la soggettiva dei compagni, o di un invisibile compagno, che vede questo straziante dolore a pochi passi, restando inerme e cercando di sperare solo per il meglio per il destino dei soldati feriti.
Interessante, ma non aggiunge molto al genere, sicuramente la messa in scena, tendenzialmente realistica, da una grossa mano al film, limitando la componente spettacolare e andando a toccare il più vicino possibile il dramma dei soldati.