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MATERIAL LOVE regia di Celine Song

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stratoZ     6½ / 10  27/09/2025 13:21:22 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Discreto dramma sentimentale di Celine Song, alla sua seconda regia, che mantiene i buoni livelli dell'esordio, "The materialists" è un film che ammetto, sulle battute finali mi ha seriamente emozionato, l'ho sentito caldo emotivamente, coinvolgente, empatico, tutti elementi dati da una regia che riesce ad essere diretta e cattura lo spettatore nei meandri del pathos legato alla storia, poi, la sceneggiatura in sé è una valida, ma non originalissima, riproposizione di tanti film sulla stessa tematica, semplicemente aggiornata all'era contemporanea, mi vengono in mente diversi elementi che vi erano in un grande classico come "Breakfast at Tiffany", film nel quale la Hepburn va alla ricerca dell'uomo ideale, facoltoso e secondo le sue esigenze, lasciandosi alle spalle l'umile vita di campagna a cui era abituata, in un certo senso il percorso iniziale del personaggio di Dakota Johnson ha tante analogie con questo.

Il soggetto è molto semplice, Lucy è una donna che lavora per Adore come matchmaker, praticamente combina uomini e donne single, sotto commissioni, per fargli avere un appuntamento e chissà, iniziare una relazione, anche per via del suo lavoro ha la tendenza a schematizzare tanto le persone, classificando i suoi clienti tramite criteri oggettivi di desiderabilità come il reddito, l'altezza, i capelli che gli restano, il mestiere, questo le fa vedere l'amore sotto un punto di vista limitante, che non accetta davvero altri parametri, non catalogabili e le fa vivere una vita solitaria dopo essersi lasciata col suo ragazzo storico, John, perché fondamentalmente al verde e senza un futuro, che vive in un fatiscente appartamento con dei coinquilini parecchio invadenti e si procura da vivere facendo il cameriere e tra uno spettacolino teatrale e l'altro.

La svolta sarà quando Lucy, al matrimonio di un suo cliente, incontrerà Harry, uomo che la corteggerà e secondo i parametri che usa per valutare i clienti è un dieci, un cosiddetto unicorno, ricco, attraente, carismatico, affascinante, alto, di buon gusto, intelligente, al punto che lei stessa si stupisce che Harry voglia avere una relazione con lei, perché a detta sua potrebbe avere di meglio, da qui il film mostra il contrasto tra l'idealizzazione e l'illogicità dell'amore, mettendo spesso a confronto i due personaggi, tra la perfezione di Harry, ottenuta anche grazie al suo patrimonio, curata costantemente per aumentare il suo valore nel mercato dei sentimenti, e l'imperfetta genuinità di John, che potrebbe perdere in ogni singolo aspetto contro Harry - insomma, è pur sempre un film americano, quindi c'è la solita ipocrisia che John, l'uomo modesto e poco desiderabile, in realtà sia Chris Evans, un gran figo, ma vabbè, farò finta di nulla - ma viene valorizzato da quel piccolo inspiegabile particolare, quello che sfugge a qualsiasi catalogazione razionale, ovvero l'amore, quello che Lucy, arriva a - non - comprendere del tutto, una volta vissuta la sua esperienza con Harry, un'esperienza tra il lusso, i bei ristoranti e la compagnia di un uomo prestigioso, che però non le smuove i sentimenti come la persona che ama, elemento che assieme al brutto episodio della sua cliente che viene aggredita da un uomo che le ha fatto conoscere lei, le fa comprendere al meglio la distanza che vi è tra questi parametri che utilizza e la vita reale, fatta di margini di errore, emozioni che non possono essere calcolate e casualità.

Un film sentimentale ben imbellettato, che alla fin fine non si distacca troppo dalle altre opere del genere - per esempio, su concetti molto simili Woody ci avrà basato una decina di film - , che tuttavia grazie ai personaggi ben scritti e ad una messa in scena soddisfacente sotto il punto di vista delle emozioni, riesce a non strafare e non stuccare particolarmente, anzi l'ho sentito tanto.