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PAURA E DELIRIO A LAS VEGAS regia di Terry Gilliam

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stratoZ     8 / 10  11/09/2025 14:20:57 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Film che adoro per tanti motivi, uno di questi è sicuramente l'atmosfera crepuscolare e cattiva che trasmette, alla fine "Fear and loathing in Las Vegas" è un film sulla caduta degli ideali della Summer of love, ambientato nel 1971 all'indomani dell'apice del fenomeno hippie, di cui il protagonista ha fatto speranzosamente parte pochi anni prima, il film mostra i residui di un idealismo andato totalmente a svanire, un'America ancora in preda al bigottismo ed ai vecchi principi, in pratica un'America in cui non è cambiato nulla, in cui sono rimasti solamente gli strascichi ed i traumi del periodo, Guerra del Vietnam compresa, tanto che il protagonista ha diverse visioni a tema Vietnam, con addirittura la grande citazione ad Apocalypse Now mentre si trova nel bel mezzo del deserto per seguire la corsa con "La cavalcata delle valchirie", esattamente come nel film di Coppola.

Fatta questa premessa, il film di Gilliam è adorabile soprattutto per lo stile, basandosi su un pretesto molto semplice, quello di questo famoso giornalista ed il suo avvocato che devono andare a seguire un'importante gara a Las Vegas, il film prende fin da subito la visione soggettiva dei due, in preda agli eccessi tra un mare di droga e fiumi di alcool, tante splendide sequenze in cui Gilliam scatena il suo estro, dallo stesso arrivo in macchina dopo che il personaggio di Depp ha ingerito quel cartone, fino ai momenti all'arrivo alla reception in cui vede tutto deformato, arrivando alla scena del bar in cui inizia a vedere tutti i rettiliani, in un momento particolarmente oscuro che riflette tutta la paranoia del periodo, passando poi per quella meravigliosa scena del Circo Bazooko in cui i due vanno a fare un sacco di guai totalmente distrutti, camminando come degli ubriaconi - e viene fatto notare come gli ubriaconi sono dei soggetti molto apprezzati nell'ambiente, in quando più facili da spennare, ancora riferimenti all'America ipercapitalistica in cui non è cambiato nulla - tra i colori rossi delle luci al neon del circo ed una telecamera impazzita che regala movimenti di macchina articolatissimi, con la tipica inquadratura obliqua amata da Gilliam che mostra tutto lo spaesamento dei protagonisti in preda alla frenesia della droga, assieme al bar-giostra in cui gira tutto, una scena straordinaria.

Ma forse l'apice viene raggiunto in quella scena nel bagno, quella in cui l'avvocato praticamente si vuole suicidare con i Jefferson Airplane, in questa stanzetta dell'hotel marcia, praticamente distrutta dai due sotto effetti di sostanze psicotrope, con una luce cupa come l'angolo più remoto delle loro coscienze, luci al neon stranianti che alternano colori freddi come il verde all'intenso rosso, creando splendidi contrasti cromatici e Benicio Del Toro totalmente andato nella vasca che vuole che Depp gli lanci la radio nel momento culmine di "White Rabbit", con la scena che crea una sorta di continuo sempre con i Jefferson Airplane, nel momento in cui il personaggio di Depp assume una droga che gli fa ricordare nostalgicamente il passato, i giorni in cui era a San Francisco, quando era legato al movimento hippie, pensando di cambiare il mondo, con quella splendida scena con "Somebody to love", mi è piaciuto molto come la band di Frisco venga usata come filo conduttore per quella nostalgica sensazione di quei giorni lì, dato che sono uno dei gruppi più rappresentativi della scena, il tutto in contrapposizione con l'amara realtà ormai priva di valori, come i due protagonisti, come si vede nella seconda parte in cui le malefatte dell'avvocato e la passività del giornalista aumentano incredibilmente, sfociando in violenze, molestie ed una particolare disillusione, in cui rimane soltanto un fiume di droga a riempire il vuoto delle vite marce di entrambi.

"Fear and loathing in Las Vegas" è un impietoso ritratto dell'America all'indomani di un periodo delicatissimo, in cui Gilliam mostra tutto il suo pessimismo nei confronti di una società che sembra non cambiare mai ma addirittura peggiorare, il sogno americano, ormai morto e sepolto e che praticamente si è trasformato in un incubo ad occhi aperti, qui esasperato dalle sostanze psicotrope, scagliandosi contro tutti, dagli stessi protagonisti, ormai senza un minimo di coscienza rimasta, ai piani alti - come si vede nella scena del convegno contro le droghe, in cui i politici si scagliano faziosamente contro i consumatori di marijuana - con ancora la ferita del Vietnam aperta, se non in corso, con una nostalgia dei tempi passati, in cui sembrava si potesse cambiare qualcosa, quel flashback del personaggio di Depp, mentre è in camera a rimuginare, ne è l'elemento più esplicativo.

Che altro dire, un cast pieno di star, più o meno giovani, oltre ai due protagonisti, Depp e Del Toro, vi sono anche brevi comparse di Cameron Diaz, Christina Ricci, Tobey Maguire, per non parlare della colonna sonora, che è una delle parti che valorizzano ancora di più il film, in perfetta contestualizzazione con la tematica, tra i Big Brother, i Jefferson Airplane, Dylan - "Stuck inside of Mobile with the Memphis Blues again" sul finale è meravigliosa - ma anche la splendida versione di "Viva Las Vegas" dei Dead Kennedys sui titoli di coda, fa la sua gran figura.