caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

VIA DA LAS VEGAS regia di Mike Figgis

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
stratoZ     8 / 10  04/09/2025 14:50:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Probabilmente sono un po' di manica larga col voto, però questo tipo di film lo adoro, "Leaving Las Vegas" è una splendida storia d'amore tra due reietti, trattata con una malinconia ed un fatalismo che mi fanno sciogliere, una storia d'amore ampiamente segnata dal destino, di cui sappiamo la tragica fine fin dall'inizio, eppure ci speriamo sempre più intensamente, ma la spirale di autodistruzione nella quale è avvolto il protagonista, sceneggiatore hollywoodiano caduto nel baratro dell'alcolismo e senza la minima volontà di uscirne, di cui si sa relativamente poco - dopo aver perso il lavoro si vede qualche sequenza che mostra la foto di quelle che presumibilmente sono moglie e figlia, senza spiegare altro, soltanto mostrando non sono più accanto a lui - sembra ormai irreversibile.

Ben dopo essere stato licenziato per la sua dipendenza da alcool, ed aver ricevuto un'ottima buonuscita, decide di andare via da Los Angeles e trasferirsi a Las Vegas per ubriacarsi fino a morire e vivere i suoi ultimi giorni così, tra lo sfogo estremo e la dipendenza in stato più avanzato causata dalle tristi vicissitudini della vita, è qui che incontra Sara, una prostituta gestita da un pappone russo con cui passa una notte, in realtà senza fare sesso ma soltanto per avere compagnia dopo tanto tempo, da qui i due si innamorano, per una fortunata coincidenza, forse l'unica del film, Sara si ritroverà libera e inizierà la tormentata e drammatica storia d'amore con Ben, un amore torbido e macchiato costantemente dalla condizione di Ben, capace di rovinare sistematicamente ogni occasione, come si vede in quella scena al casinò dove dopo esser partiti bene, rovina totalmente tutto facendosi buttare fuori e ricevendo il ban permanente dal locale, ma anche i bei giorni passati in quel motel in mezzo al deserto, in un'apparente piccola oasi di felicità, sotto questo punto di vista, è straordinaria la descrizione del contesto, quella di un mondo ostile che ostracizza continuamente i protagonisti, un mondo privo di empatia dove al primo sintomo di ubriachezza molesta i due vengono allontanati per sempre, per far cercare di mantenere un certo riguardo all'attività in questione, diventando dei reietti indesiderati, lo sfondo di una Las Vegas straniante, la città del peccato, raramente inquadrata sotto questa veste malinconica - curiosamente, questo film è dello stesso anno di "Casinò" film nel quale Scorsese mina gli ideali di Las Vegas descrivendola in tutta la sua vacuità e attaccamento al denaro, unico vero ideale - e che tende a respingere un personaggio come Ben, ormai ad uno stato di alcolismo irrecuperabile, è encomiabile il lavoro fotografico, con delle luci al neon, perlopiù nelle sequenze notturne, meravigliose, che si fondono con una colonna sonora jazzata composta dallo stesso Figgs ed alcuni splendidi pezzi di Sting, creando quella sorta di atmosfera cullante e triste, che conferisce anche un bel ritmo dilatato alla pellicola grazie al quale lo spettatore lentamente metabolizza il dramma di Ben, arrivando ad un finale dilaniante, se vogliamo prevedibile, ma che per come è messo in scena non può lasciare indifferenti, spegnendo l'ultima fievole speranza di un recupero, di un colpo di coda.

Ottime interpretazioni dei protagonisti, Nicolas Cage in stato di grazia, con uno stile particolarmente sopra le righe, come spesso ci ha abituato, che mette in scena un personaggio distrutto, un muro di dramma inscalfibile anche dall'amore stesso, un uomo ormai finito nel pozzo della dipendenza dal quale ha perso ogni speranza di uscire, per quanto la performance di Cage sia ottima, ho trovato ancora migliore quella di Elizabeth Shue, il suo personaggio più dentro i ranghi, che si invaghisce di quest'uomo in uno stato del genere, mostra una sorta di bisogno affettivo, meno evidente ma altrettanto profondo, sembra quasi che il suo amore scaturisca da una condizione simile alla sindrome da crocerossina, ma anche dalla necessità di stare accanto ad un uomo che la veda diversamente da come era abituata quando faceva la prostituta - proprio come accade nella prima scena - il suo personaggio è uno splendido mix di dramma, determinazione, speranza e fragilità, l'ho trovato meravigliosamente sfaccettato.

Film sentimentale bellissimo, triste e dilaniante, amaro e nero come la pece, con una messa in scena straordinaria ed un mood ipnotico che ci rende capaci di empatizzare col viaggio senza speranza del protagonista.