Il penultimo film di Fellini è una bella riflessione sui media ed il cambiamento dei tempi, con uno stile avvezzo al regista, in cui mischia elementi tra il comico e il malinconico, ci propone la storia di questi due ballerini, Amelia e Pippo, che non si vedono da più di vent'anni ma ai tempi facevano coppia fissa per vari spettacoli di tip tap, richiamando il mito di Fred Astaire e Ginger Rogers, al punto da venire venduti dal loro produttore come "Ginger e Fred", buona parte della narrazione è dedicata alla minuziosa descrizione dei tempi passati, che entrambi i protagonisti custodiscono orgogliosamente, avendo l'occasione di rivedersi dopo tutto questo tempo per partecipare ad un programma televisivo in cui vengono intervistati e messi alla prova alcune persone dalle abilità particolarmente strambe, in questo senso, Fellini mette in risalto la deriva dei contenuti televisivi, anche in tempi non sospetti guardando ad oggi, verso un intrattenimento sempre più povero di contenuti, invaso costantemente dalla pubblicità e alla ricerca dell'emozione sensazionalistica che incolli il pubblico, è emblematico il trattamento riservato ai due ballerini, impossibilitati di provare il loro numero con largo anticipo, cosa che da professionisti era obbligatorio fare, ma è ancora più singolare la sarabanda di ospiti invitati, dalla banda di nani alla banda di centenari, visti sotto una lente di compassione ed esaltazione, ma messi allo sbaraglio di un mondo che li considera come semplice sottoprodotto, con anche palesi riferimenti all'Italia del tempo, come il presidente della rete televisiva, un certo Fulvio Lombardoni, non so se vi ricorda qualcosa.
Come spesso accade nell'opera di Fellini, la nostalgia emerge prepotentemente, fin dal primo incontro tra i due protagonisti, continuando a scorrere tra le loro conversazioni in ricordo dei tempi passati, delle esperienze e nella suggestione di quello che sarebbe potuto essere ed invece non è stato, i due hanno preso strade diverse dopo tante esperienze che li hanno legati, le sensazioni che emergono sono a metà tra la dolcezza di quello che è stato ed il rimpianto di quello che poteva essere, ovviamente non mancano le riflessioni riguardanti l'età avanzata dei personaggi, specie Fred, ormai troppo vecchio per ballare il tip tap, con qualche incidente di percorso durante la stessa trasmissione, una vecchia gloria ormai imbalsamata dal tempo che passa, fino ad un finale dolcissimo e malinconico che ovviamente diventa metafora anche della presa di consapevolezza del tramonto del regista stesso, d'altronde non potevano esserci che due dei suoi attori più rappresentativi ad impersonare questo commovente addio, con la blanda promessa di rivedersi, prima o poi.