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Altro grande film del primo Fellini, che qui mette in scena un road movie - strano eh? Visto il titolo - toccante e struggente, con la storia di Gelsomina, giovane donna di umilissime origini che viene in qualche modo convinta dalla mamma ad andare a lavorare con Zampanò perché la donna non può occuparsi di lei per motivi economici, è così che da quella splendida sequenza sulla spiaggia, elemento che torna spesso nella filmografia del regista, Gelsomina dice addio alla sua casa e intraprende questo viaggio tra gli artisti di strada, di cui lei stessa entra a far parte diventando assistente di Zampanò.
Il film nella sua struttura quasi episodica riesce a caratterizzare dei personaggi fondamentalmente agli antipodi, Gelsomina è una donna timida e sensibile, estremamente empatica e quasi fanciullesca nei modi di fare, reagendo con particolare stupore alla nuova vita e che sembra non avere paura di mettere in mostra il suo lato più debole e sensibile, la sua personalità così apparentemente fragile è totalmente l'opposto di quella di Zampanò, un energumeno rozzo e cafone nei modi che più volte mostra un comportamento dispotico sia nei confronti di Gelsomina che di altri personaggi con cui capita di interagire, basando spesso la sua comunicazione sulla sua forza che usa subdolamente come una minaccia, il suo atteggiamento è di totale menefreghismo nei confronti di tutti, Gelsomina compresa, la quale viene anche abbandonata qualche volta che Zampanò si scorda di lei o vuole avere un'avventura con un'altra donna, a loro due si aggiunge un terzo elemento, quello del Matto, altro artista di strada che incontreranno e che con la sua esuberanza si caccerà nei guai ben presto con Zampanò e il suo carattere irascibile, allo stesso tempo sembra una delle poche persone ad empatizzare con Gelsomina, prendendola presto in simpatia e cercando di farle imparare a suonare il trombone, cosa che Zampanò aveva vietato.
Nelle avventure dei tre personaggi si passa attraverso svariate situazioni, Fellini come al suo solito è abilissimo nel creare una splendida atmosfera, qui particolarmente decadente, col suo tipico contrasto tra i momenti di gioia dati dalle varie feste, sfilate, spettacolini a cui si assiste e quei momenti dopo di particolare natura riflessiva, in cui fa emergere tutto il vuoto e la disillusione che si crea attorno, "La strada" è un film figlio del contesto del dopoguerra italiano, in un momento in cui non era ancora arrivato il boom economico, mostrando una serie di personaggi sull'orlo della disperazione, sia economica che soprattutto emotiva, alla fine, tra i tanti significati, quello che emerge è contenuto nello splendido dialogo tra Gelsomina e il Matto, in cui quest'ultimo spiega come anche un personaggio negativo come Zampanò ha bisogno di qualcuno che stia insieme a lui - e la grande maschera di quest'ultimo crollerà in un finale meraviglioso - e di come anche Gelsomina, che dichiara di sentirsi inutile, ha una funzione nell'insieme, dando una visione simil esistenzialista che funge come una carezza per lo spettatore.