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L'UOMO NEL BOSCO regia di Alain Guiraudie

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76mm     5½ / 10  10/07/2025 14:23:34 » Rispondi
POSSIBILI SPOILER PRESENTI
Autore sicuramente interessante questo Guiraudie.
Idolatrato in patria, in particolare dagli snobissimi Cahiers, che per la seconda volta (a questo giro piuttosto inspiegabilmente) hanno premiato la sua opera come miglior film dell'anno, dopo averlo già insignito, molto più meritatamente, per il bellissimo Lo sconosciuto del lago.
Forse per richiamare il film precedente i traduttori italiani hanno deciso di inserire il bosco nel titolo, snaturando e banalizzando quello originale (Misericorde), che invece rappresenta la chiave (o una delle chiavi) di lettura del film.
Devo dire però che questa volta sono rimasto un po' deluso, viste le alte aspettative.
La pellicola cambia registro troppe volte e troppo repentinamente: inizia come Chabrol e finisce come Bunuel, passando per Ozon, Pasolini e Lynch, senza soluzione di continuità e senza un'amalgama adatta a tenere insieme il tutto.
Fondamentalmente ogni azione/reazione che si vede nel film è priva di logica e lo spettatore, per trovare un appiglio per poter giustificare i comportamenti insensati di tutti i personaggi, deve costruirsi nella testa un film parallelo, o per meglio dire un prequel, immaginandosi quello che doveva essere il sottoBOSCO dei rapporti nel paesello prima della partenza del protagonista, il cui ritorno smuove qualcosa che avrebbe dovuto rimanere sepolto.
Un sottobosco fatto con ogni probabilità di incesti, pedofilia, tensioni omoerotiche più o meno sopite, blasfemia e altre amenità del genere, capeggiato si intuisce dal defunto fornaio, la cui morte, con conseguente ritorno del "figliol prodigo", riporta a galla gli istinti peggiori di tutti.
Però ripeto, questo film alternativo se lo deve immaginare lo spettatore, perché quello vero fornisce ben pochi indizi concreti per giustificare lo sviluppo degli eventi, che fra l'altro sono due in croce.
Poche risposte dunque, e purtroppo anche le domande non sono particolarmente interessanti.
E' così difficile trovare un compromesso fra i pleonastici spiegoni for dummies che ammorbano tanti film e l'esasperante vaghezza tipica degli autori che vogliono fare un po' troppo gli "sboroni"?
L'inquadratura del prete nudo con un pene da cavallo in erezione mi è sembrata una provocazione davvero di cattivo gusto.