Gran bella commedia sofisticata di Edwards che tratta efficacemente la crisi di mezza età, lo ritengo uno dei suoi film più sottovalutati, che si porta dietro una forte malinconia e svariate riflessioni, tramite il racconto di questo particolare periodo che affligge quest'uomo, George, famoso compositore di Hollywood, che ha addirittura vinto quattro oscar, iniziando il giorno del suo quarantaduesimo compleanno con una bella festa a sorpresa, la cui gioia per i festeggiamenti lascia presto spazio alla malinconica presa di consapevolezza del passare del tempo, portando il protagonista in questa sorta di crisi esistenziale che lo fa comportare come un ragazzino, mettendo in pericolo anche i suoi rapporti sociali e sentimentali, cacciandolo in un mare di guai, ma è una condizione ben approfondita, in cui la comicità è dosata e i dialoghi sono molto acuti, con un forte retrogusto amaro e che scandaglia efficacemente le sensazioni di un protagonista perso nei suoi pensieri, amareggiato da un futuro che sembra soffocarlo, influenzato anche dal contesto, basti guardare l'elemento del voyeurismo nei confronti del vicino, ovviamente invidiato dal protagonista per le sue avventure sessuali con donne giovani e disinibite, non rinunciando neanche al sesso a tre, innescandogli quella voglia di provare nuove esperienze in un'età con cui convenzionalmente si acquisisce una certa stabilità, una voglia di evasione dalla monotona vita di coppia con una donna decisa che sembra avere le idee chiare e con la quale passa più tempo a discutere che a fare l'amore.
L'elemento finale di rottura, che darà il via alle avventure del protagonista sarà l'incontro con questa giovane donna dalla bellezza sconvolgente il giorno del suo matrimonio di cui si innamora fin da subito, spiandola addirittura in chiesa stessa e andandone alla ricerca nei giorni successivi, fin quando non ottiene l'informazione di dove sta passando il viaggio di nozze col marito, in Messico, raggiungendoli per cercare di soddisfare la sua morbosa curiosità, da qui le avventure di George continuano tra incontri saltuari - come l'episodio della donna con cui finisce a letto ma non riesce a fare l'amore, probabilmente per la sua condizione psicologica in cui è perennemente insoddisfatto, ma anche ossessionato dall'altra donna -, fiumi di alcool e un eroico episodio in cui salva il marito stesso della donna di cui è innamorato, con quest'ultima che ricambierà con una serata speciale che si conclude nel modo da sempre idealizzato dal protagonista.
In questi ultimi momenti, quando finalmente il protagonista riesce a realizzare il suo sogno, di finire a letto con questa bellissima donna, emergono altri interessanti significati, dal distacco generazionale molto enunciato, tramite un emblematico dialogo tra i due mentre sono a letto, in cui i valori più tradizionalisti di lui si scontrano con l'impulsività di lei che non prova il minimo rimorso per andare con un altro uomo pochi giorni dopo il matrimonio, anzi mostra una certa apertura anche nel caso fosse il marito ad andare con un'altra donna, concetto apparentemente inconcepibile dal protagonista e probabilmente uno degli elementi che gli esplica quanto distacco ci sia tra i due e lo riporta all'amara realtà in cui smette di idealizzare su di lei e allo stesso tempo subisce quell'amara sensazione di ritrovarsi senza un vero scopo una volta raggiunto quello tanto sognato, ma diciamo che per come è gestito il rapporto sessuale, con tutte le sue difficoltà e interruzioni, avviene questa frantumazione dell'idealizzazione della donna perfetta che fa tornare il protagonista sui suoi passi in un finale che mostra una riconciliazione una volta che la crisi è passata, trovata che ho trovato dolce ma allo stesso tempo rassegnata, matura ma anche di compromesso, è una sensazione variegata che mostra sotto una lente positiva la nuova stabilità del protagonista, un addio alla giovinezza e ai suoi svaghi che va verso una relazione più consapevole, creando sensazioni estremamente contrastanti e lasciando una sorta di malinconia tipica dei coming of age, quelli in cui si cresce e si salutano per sempre svariati elementi della giovinezza.
Ben interpretato da un ottimo Dudley Moore, in tutti i suoi dilemmi, ma se la cavano egregiamente anche Julie Andrews, donna matura e forte, e Bo Derek che ha una presenza scenica notevole ed una bellezza impressionante, molto belle pure le musiche e la fotografia su note calde, tendenzialmente crepuscolari.