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DIABEL - IL DIAVOLO regia di Andrzej Zulawski

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stratoZ     9 / 10  07/07/2025 16:30:20 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Seconda opera di Zulawski, forse il suo film che ho apprezzato di più, una totale discesa nella follia, se il precedente aveva quel sentore apocalittico e solenne, questo invece ci porta in un mondo contro ogni logica, in cui prevale il più grezzo istinto, nel contesto della guerra ma questa volta a fine settecento, data più lontana per dare una sorta di universalità alla vicenda, in cui si svolgono le avventure di Jakub, ribelle che si trova in prigione per aver provato ad uccidere il re, una volta liberato da questa misteriosa figura dello straniero troverà un mondo totalmente diverso, con una narrazione estremamente frammentata, in cui lo spettatore fatica anche a dare una continuità allo spazio e al tempo, Zulawski ci porta in un contesto dove ogni principio etico e morale è svanito, lasciando l'uomo nudo, privo di una qualsiasi ragione ed in preda agli istinti più meschini, Jakub vive come un incubo in cui quelle che precedentemente potevano considerarsi colonne portanti della sua vita vanno a disgregarsi, nel degrado morale più totale, la donna che amava è incinta e si sta per sposare col suo migliore amico, un conte molto vicino al re, il padre è morto apparentemente in un momento di totale delirio, la sorella è impazzita, la madre si prostituisce, da qui la narrazione prende delle pieghe sempre più folli e fuori da ogni logica, in un exploit di immoralità assoluta, incesti, violenza, un modo estremamente impattante di Zulawski per togliere quel velo di etica dall'essere umano e privare ogni istituzione del suo valore, la famiglia è totalmente disgregata, al punto da non riconoscere i legami di sangue, il padre ha provato a violentare la figlia perché la scambia per la madre, così come il fratello è sempre più convinto di sposare la sorella, la stessa istituzione religiosa sembra essere inerte di fronte agli avvenimenti estremi, anzi deve adattarsi al contesto folle per puro istinto di sopravvivenza e diventare esattamente come chi lo ha creato quel contesto, come si vede nella figura della suora.

Zulawski presenta un film senza speranza, utilizzando il suo linguaggio tipicamente simbolico, con qualche trovata vagamente esplicativa, come un'umanità senza futuro simboleggiata dalla fidanzata di Jakub che perde il bambino, l'incendio della dimora della famiglia di Jakub, che diventa la definitiva dissoluzione della famiglia e di ogni suo valore, la totale uscita dai canoni di Jakub, che a sua volta si trasforma da vittima degli eventi a vero e proprio carnefice, si potrebbe considerare una versione estremizzata del disturbo post traumatico da stress, spesso rappresentato nel contesto del film di guerra, ma qui va ben oltre, in un film che non risparmia una violenza crudissima, provocatore e caotico, colmo di tanti altri significati correlati al contesto storico che stava vivendo la Polonia alla sua uscita, scabroso e amorale.

Stilisticamente in piena linea con la produzione di Zulawski, con la sua camera a mano dallo stile nevrotico che va nel cuore delle sequenze, traballante e vivace, una frammentarietà eccessiva che fa disperdere lo spettatore nei meandri del caos, una fotografia gelida, pervasa da un grigiume e atmosfere plumbee, ed una colonna sonora splendida, palesemente anacronistica che accentua la sensazione di smarrimento nello spettatore con la sue schitarrate cacofoniche e una sezione ritmica affetta da continui cambi di tempo.

Splendido.