Saga palesemente in caduta libera senza Sellers, e di certo Benigni non risolleva la situazione, quest'ennesimo capitolo della famigerata saga, e per fortuna ultimo, almeno per quanto riguarda la serie originale, mostra come il franchise sia arrivato ad un livello di saturazione tale da non riuscire a dare più nulla, nessuno spunto interessante, risultando anche uno dei peggiori film in carriera per un maestro della commedia come Edwards, "Son of the pink panther" è a suo modo un'altra operazione simil nostalgica, che prova ad andare a colpo sicuro ripetendo le gag ed i tormentoni che hanno fatto grande la saga, col pretesto del rapimento della principessa, entrerà in scena questo poliziotto alle prime armi, Gambrelli, dai modi goffi e con un particolare modo di storpiare le parole che fa risaltare subito alla mente di Dreyfuss dei vecchi traumi, ovviamente si intuisce tutto fin da subito, ma la mediocre narrazione ci impiega quasi metà film a ribadire l'ovvio, ovvero che il buon Gambrelli è il figlio biologico di Clouseau, nato dalla sua relazione con Maria, che era comparsa nella saga nel secondo episodio, interpretata da Elke Sommer, portandosi dietro varie caratteristiche del padre, con l'aggiunta di qualche elemento tipicamente maccheronico derivante dalle suo origini italiane, da qui un Dreyfuss ormai rassegnato si dovrà affidare a Gambrelli per risolvere il mistero della principessa scomparsa.
La narrazione ripercorre molto fedelmente quello che accadeva anche con Clouseau, scongelando addirittura Kato, che diventa il nuovo assistente di Gambrelli e lo stesso Balls per i costumi e regalando diverse gag sulla falsariga dei precedenti episodi, tra travestimenti che lo mettono in una situazione molto scomoda - come quando si finge un medico per arrivare al nascondiglio dei cattivi, in tutta quella lunga sequenza in cui prova a curarlo goffamente, che risulta molto sottotono - fino ai tipici inseguimenti demenziali in cui riesce sempre a far scoppiare il motore, o alle scene in cui si menano come dannati dalle peculiarità slapstick, e per non farsi mancare nulla, ovviamente, ci sono le disgrazie di Dreyfuss che appena entra in scena qualcosa di simile a Clouseau gli succede di tutto e di più dal suo solito esaurimento nervoso ai danni fisici che subisce ripetutamente, passando tutto il film in ospedale.
In ogni caso, è una commedia scarsa, poco divertente, che mostra tutta la stanchezza di una saga che ormai non ce la faceva più.