caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

28 ANNI DOPO regia di Danny Boyle

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
stratoZ     5 / 10  05/07/2025 12:49:19 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Dopo parecchio tempo il malvagio Danny Boyle capisce che è arrivato il momento di fare il sequel di un altro dei suoi film diventato di culto, dopo quel malriuscito sequel di Trainspotting ecco che riprende la saga di "28 days later" e imbastisce questo progetto addirittura in tre parti, ma cosa c'avrà mai da dire per farlo così gigante, vabbè.

"28 years later" sinceramente l'ho trovato niente di che, sarà lo stile iper videoclipparo tendente al tamarro che ti diverte i primi 5 minuti e ti stucca i restanti 110, sarà che tira in mezzo tante sottotrame che non vengono approfondite - probabilmente lo saranno nelle parti successive - e lasciate aperte, ma nel complesso ho avuto la sensazione di aver visto il tipico film poco incisivo, in cui vi è un'infinita descrizione del contesto e pochissima sostanza, alla fine le sequenze d'azione o horrorifiche le conti sulle dita d'una mano, e non sono neanche particolarmente eccezionali, è tutto un motivare lentamente il perché questa cosa è così e il perché quell'altra è così, introducendo la famigliola che abita in questo isolotto che è riuscito ad isolarsi dal resto della Gran Bretagna in cui ormai dominano gli infetti e hanno sviluppato parecchie sottospecie, dandogli quasi un sentore da videogioco in cui in base a quello che incontri ha determinate caratteristiche di velocità, forza, resistenza, pericolosità, e parlando per una buona metà di Spike e della sua famiglia, un dodicenne che esce per la prima volta col padre per andare a cacciare qualcosa, uccidere qualche infetto e fare esperienza, che verrà casualmente a scoprire l'esistenza di un medico che secondo lui potrebbe curare la madre che ha evidenti problemi di salute, iniziando questo viaggio verso l'abitazione del medico in cui verranno a galla diversi elementi, introdotti e lasciati in sospeso, ma fondamentalmente non va tanto lontano dal tipico survival movie dai tratti post apocalittici, roba vista abbastanza frequentemente nell'horror e nella fantascienza.

Boyle sembra calcare tanto, fin troppo, la mano sull'elemento drammatico, con qualche scena in cui esagera col pathos e rende il film particolarmente stucchevole, con una regia che fa latitare la tensione, nonostante una situazione potenzialmente prolifica e delle scene gore che hanno qualche debituccio nei confronti di Tarantino e qualche altro autore postmoderno, tra queste tecniche con accelerate improvvise e sangue che schizza a volontà. Probabilmente la scelta registica migliore è stata quella di togliere la s al distributore abbandonato della Shell, formando la scritta "hell", devo dire, grandi simbolismi.

Personalmente, ne sono abbastanza deluso - non più di tanto in realtà, un po' me l'aspettavo visti i recenti film di Boyle -