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THE DEVIL'S BATH regia di Severin Fiala, Veronika Franz

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stratoZ     8 / 10  30/06/2025 12:35:27 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Una delle sorprese più belle del 2024, splendido film tra il folk horror e lo psicodramma, in un contesto storico riportato meravigliosamente, alla fine "The devil's bath" parla della depressione di una donna schiacciata da una vita impossibile, da aspettative sociali opprimenti, da una convivenza matrimoniale infelice, da una prospettiva nera come la pece, è straordinario il lavoro che i registi fanno per introdurre il contesto, la prima metà è una splendida introduzione all'ambiente contadino, tra queste montagne sperdute alla fine del settecento in cui vive una piccola comunità, nella quale viene inserita Agnes, appena sposatasi con un uomo del posto, fin dalle prime sequenze si nota un certo realismo particolarmente cruento, mostrando quanto le pratiche ad oggi considerate un po' macabre erano all'ordine del giorno, anche durante la festa del matrimonio, col gioco dell'uccisione del gallo da bendati, dopo l'iniziale frenesia della festa per Agnes inizia una quotidianità che presto si trasforma in un inferno, una suocera estremamente invadente che viene a trovarli praticamente ogni giorno ed entrando in ogni singolo aspetto personale della coppia, da come tengono le padelle, ai posti dove conservano il grano, agli orari in cui Agnes rientra a casa, un duro lavoro, stremante fisicamente in cui la suocera è comunque onnipresente.

A questo si aggiungono altre aspettative, quella della maternità, che diventerà un'ossessione per la protagonista, e vista dall'esterno come l'unico vero obiettivo del matrimonio, generare una prole, assieme ad un fondamentalismo religioso onnipresente nella vita quotidiana - la suocera che dice ad Agnes di dire dieci padre nostro mentre cucina - e influenza ogni singola scelta della protagonista.

Se la prima parte presenta una componente prevalentemente realistica, la seconda è una discesa nell'incubo della protagonista, la prospettiva di vita diventa più nera che mai, i suoi problemi e le sue ossessioni emergono prepotentemente trascinandola in quel vortice che è la depressione e che sembra non lasciarle scampo, ovviamente il contesto è peggio di quel che si possa pensare, non mostrando un minimo di compassione ma anzi biasimando i comportamenti di Agnes, ormai diventata incapace di fare qualcosa di produttivo, che prova anche il suicidio ingerendo veleno per topi, inserendo anche la minaccia dell'eterna dannazione per essersi tolti la vita, come accade ad uno dei personaggi del posto, anch'esso probabilmente stanco di una vita simile, che si impiccherà e il prete nella messa farà quell'iconico discorso riguardante l'omicidio, più comprensibile e perdonabile in punto di morte, e il suicidio, considerato imperdonabile.

L'epilogo a questo punto appare scontato, estremamente toccante e cruento, Agnes verrà costretta dal contesto a fare del male, in modo da riuscire a sfuggire a questa vita di tormenti senza andare incontro alla dannazione eterna, la sequenza finale è fantastica, e mi ha messo anche qualche brivido.

Tecnicamente straordinario, con degli esterni fotografati in maniera splendida, dei campi lunghi di natura pittorica che possono ricordare qualche dipinto di Caspar Friedrich, gli interni invece sono cupi e dai tratti caravaggeschi, creando un particolare contrasto tra la bellezza della natura del posto e l'orrore della vita quotidiana imposto da una società arretrata, chiusa e dogmatica, giudicante e attaccata a valori effimeri, "The devil's bath" è un emblematico episodio storico, che sfocia ben oltre il semplice folk horror, andando a scavare nel marcio della vita quotidiana del tempo, film bellissimo con una protagonista che fornisce un'interpretazione meravigliosa.