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CRISTO SI E' FERMATO A EBOLI regia di Francesco Rosi

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stratoZ     8 / 10  25/06/2025 12:49:45 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Rosi traspone molto bene una famosa opera autobiografica di Carlo Levi, "Cristo si è fermato ad Eboli" è un grandissimo film, capace di analizzare la realtà dei paesini rurali italiani con uno sguardo amaro e disilluso, trattando efficacemente due tematiche principali, la prima è quella storica, correlata al fascismo, col protagonista, scrittore ed intellettuale antifascista che viene mandato al confino proprio in un piccolo paese rurale nell'entroterra lucano, in un'Italia martoriata ideologicamente dal fascismo, unica entità capace di raggiungere un paesino così sperduto, con gli annunci del duce che risuonano continuamente all'interno del paese, un posto dimenticato dal mondo ma raggiunto dalla propaganda, allo stesso tempo tramite la figura del podestà, fedele al governo fascista e che avrà numerose discussioni, anche di carattere ideologico e filosofico col protagonista, tra rigidi divieti di incontrare gli altri uomini mandati al confino e il controllo delle lettere inviate ai parenti con una forte censura nelle parole dello scrittore, tutto questo contesto si sposa con la seconda tematica, quella della questione meridionale, qui viene mostrata la realtà di un paese che ancora vive in uno stato di pesante arretratezza, con una popolazione ancorata a dogmi e superstizioni, tanti gli episodi particolari, tra la donna che non vuole buttare la spazzatura di notte per non disturbare l'angelo che sta alla porta, alla vedova convinta che il marito sia morto per colpa del malocchio, fino ad arrivare alle credenze errate sulla medicina, col protagonista che pur non essendo un medico di professione è costretto spesso ad intervenire perché la gente ricorre ancora a metodi arcaici e antiscientifici, ma l'aspetto più interessante è l'approccio del protagonista, un Carlo Levi che piuttosto che giudicare la condizione della popolazione, arriva a comprenderne i significati, stringendo un singolare rapporto con le persone del posto e battendosi in loro favore, in un gioco spesso in bilico tra la propaganda fascista che cerca di sfruttare l'ignoranza radicata nella gente del posto e un progressivo e rabbioso risveglio delle coscienze.

Film dal sapore rurale, quasi bucolico, dai tempi dilatati, con delle belle scenografie tra casette diroccate, strumentazione arcaica, e diverse pratiche che ad oggi possono dar molto fastidio allo spettatore - la scena del maialino, bbrrr - col solito grande Volonté che sforna una performance di tutto rispetto, è un viaggio all'interno di un realtà dimenticata dal mondo, tra arretratismo e nostalgia di un passato difficilmente ripetibile, il sapore amaro lascia sulle battute finali anche un lieve sentore dolce, ma che non riesce a sovrastarlo, ottimo film di Rosi.