Ammetto che Zulawski spesso mi mette in difficoltà, con queste storie un po' estreme, dai tratti isterici, particolarmente esasperanti, qui in "La femme publique" sembra continuare coerentemente, come aveva fatto precedentemente in film come "Possession" o "L'importante è amare" nella sua personalissima descrizione della donna, nella sua natura sfuggente, lunatica, impulsiva, è così che ci presenta il personaggio di Ethel, bellissima donna che lavora come modella per delle fotografie di nudo che un giorno ha l'occasione avere il ruolo da protagonista in un film, da qui inizia la sua altalenante - per usare un grosso eufemismo - relazione col regista e protagonista stesso dell'opera che presto si trasformerà in un triangolo, con l'inizio di un'altra relazione, quella con Milan, esule dell'est.
Zulawski tramite queste due relazioni tratta tanti temi, il suo è un saggio sull'amore nella sua personalissima visione, nella versione più sofferente ed esasperata, a partire dalla dicotomia tra i due amanti di Ethel, Lucas è un regista ambizioso, egocentrico, arrogante, estremamente sicuro di sé, dai modi dispotici, la sua figura autoritaria esercita un fascino magnetico su Ethel, ma allo stesso tempo causa numerose liti, portando alle tipiche scene dei film di Zulawski dove si urlano addosso e ogni tanto si tirano roba, Milan invece è di tutt'altra pasta, relativamente più equilibrato nel carattere, ideologicamente coerente, non possiede lo status di Lucas, non ha lo stesso successo, è molto più umile, eppure il suo pensiero, la sua rappresentazione di intellettuale maledetto riesce a creare un certo interesse in Ethel.
Da qui il film si trasforma in un continuo tira e molla dalla regia nevrotica, se non schizofrenica, Zulawski regala le sue tipiche sequenze dinamiche con la camera a mano a seguire con ossessione i personaggi, uno stile che simboleggia lo stato d'animo degli stessi persi in relazioni stremanti, in cui l'ossessione per l'attraente corpo di Ethel li divora, è un film con una componente erotica molto marcata, pieno di scene di nudo, che mette una sessualità grezza al centro, motore della passione ma anche delle crisi dei personaggi, una rappresentazione della natura umana nei suoi istinti più spontanei.
Non di facilissima comprensione, con anche diverse sequenze metacinematografiche - spesso e volentieri molte scene che sembrano reali poi si riveleranno essere parte del film girato da Lucas - e con la ormai tipica narrazione di Zulawski molto frammentata, "La femme publique" è un film dall'indubbio fascino, che per quanto sfiancante e criptico difficilmente lascia indifferenti, dalle tinte fredde, quasi gelide di un mondo in cui il sentimento lascia spazio all'amore più grezzo e atavico, senza fronzoli, diretto nella sua componente più morbosa ed ossessiva.