Discreto film di guerra di Dmytryk, qui alle prese col famoso sbarco ad Anzio da parte delle truppe americane durante la Seconda Guerra mondiale, è un film sulla linea dei tipici war movie antimilitaristi, che tende ad alternare efficacemente i momenti prettamente d'azione, tra la pianificazione delle avanzate, col celebre episodio della scelta del comandante di rinunciare all'avanzamento perdendo il vantaggio sui tedeschi, ai momenti di vera e propria battaglia, fino a quelli ben più intimisti riguardanti la vita dei soldati, coi quali viene spesso creata una certa empatia che sfocia tra dramma e un certo umorismo picaresco, con diversi soldati dediti alla bella vita, tra i piaceri passati con le donne del posto, i momenti di puro svago insieme al resto del plotone, alla musica popolare tra Roma e Napoli protagonista di diverse sequenze, creando quella tipica dicotomia tra gli orrori della guerra e i piccoli piaceri che gli uomini riescono a godersi tra un momento tragico e l'altro, nulla di particolarmente originale, ma nel complesso funziona discretamente.
Poi c'è il personaggio interpretato da Robert Mitchum, reporter di guerra che diventa una figura cardine per mostrare lo spirito antimilitarista del film, tra cui i celebri dialoghi in cui parla con i superiori riguardo al significato della guerra, se mai ne trovasse uno, la violenta natura umana e il suo bisogno di uccidere per vivere pienamente, anche se il tutto è trattato in maniera abbastanza didascalica, lo stesso personaggio sarà uno degli elementi fondamentali che porteranno alla famosa battaglia, col comandante che ascolterà troppo tardi i suoi consigli e darà ai tedeschi il tempo di mandare rinforzi a difendere la capitale.
Nel complesso, non malissimo, è un racconto romanzato della famosa battaglia che porta con sé la tipica critica antimilitarista di questo genere di film.