"Warlock" nasce in un periodo di relativa transizione per il genere, erano quegli anni in cui il western classico stava incominciando a perdere terreno e soprattutto sicurezza, sui suoi miti, sulle sue convenzioni, sulle sue idee, alla luce di questo una certa disillusione allungava la sua ombra su un genere convenzionalmente epico, un regista come Dmytryk ne era pienamente consapevole e realizza quest'opera dal sapore già crepuscolare, in cui propone, oltre ad alcune tematiche tipiche, anche una profonda introspezione psicologica dei tre protagonisti, ognuno a loro modo che si distacca dalle figure simil-mitologiche del west e mostra una natura variegata in cui emerge soprattutto una coscienza attiva e talvolta preponderante che rende questi personaggi più umani di quanto possa sembrare o si vogliano mostrare.
Con il pretesto più classico possibile, quello di una banda di criminali che prende possesso della città cacciando lo sceriffo e imponendosi a discapito della povera gente, che disperatamente ricorrerà a Blaisedell, una specie di mercenario particolarmente abile con le pistole per ristabilire l'ordine a la giustizia, da qui l'intreccio però non si dedica particolarmente alla costruzione del pathos o ad un progressivo climax riguardante i duelli, le sparatorie e via dicendo, quanto ad una minuziosa descrizione dei tre caratteri principali, Blaisedell è un uomo ormai attempato - interpretato da un ultracinquantenne Henry Fonda - che cerca di trasmettere una certa autorità e mano ferma, ma sembra avere in fondo una forte sensibilità, legato alla legge e al buon senso, quasi in opposizione al contesto selvaggio del west, con lui vi è il personaggio di Morgan, gestore di un saloon del luogo e morbosamente legato a Blaisedell, al punto da far porre l'interrogativo allo spettatore se non si voglia rappresentare una sorta di omosessualità repressa nel suo personaggio, pura opinione personale: probabilmente sì, ad oggi il rapporto tra i due non presenterebbe gli estremi per far pensare una cosa del genere, ma considerando che al tempo vigeva ancora il codice hays probabilmente un rapporto del genere doveva essere un po' mascherato tra le righe, spesso nel west si erano viste storie d'amicizia, ma avevano comunque una forte componente mascolina, con i pistoleri che provavano una forte lealtà l'un l'altro e si scambiavano donne e bevevano litri di wiskey insieme, qui è un rapporto ben diverso, il personaggio di Morgan è tratteggiato con una certa ambiguità, apparentemente indifeso, al punto da vedere in Blaisedell una sorta di protettore, che sembra pendere dalle sue parole e provare anche una certa gelosia che prova a nascondere, in questo senso Anthony Quinn è bravissimo nell'interpretare il personaggio, senza mai essere troppo esplicito e sfruttando bene il linguaggio del corpo.
E poi c'è il personaggio di Gannon, interpretato da Richard Widmark, quello che rappresenta la redenzione, l'ex criminale, passato dalla parte della legge - tematica che ritroveremo in molti western crepuscolari in futuro, guardate i film di Peckinpah, per dirne uno celebre - uomo venuto a contatto con la coscienza e maturato al punto dal distaccarsi dall'ambiente selvaggio del west e voler imporre una giustizia reale, molto esplicativa la vicenda del fratello fuorilegge, che vuole proteggere a tutti i costi ma che si rende conto aver sbagliato, portando il dilemma tra l'amore fraterno e l'essere dalla parte giusta della legge, la scena del duello in cui Gannon prova continuamente a dissuadere il fratello dallo sfidare Blaisedell è emblematica e una delle più potenti emotivamente del film.
Tecnicamente ottimo, recitato meravigliosamente, è un buonissimo western di Dmytryk, ragionato e con una forte componente drammatica, consigliato.