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PROFONDO ROSSO regia di Dario Argento

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stratoZ     7½ / 10  24/04/2025 15:01:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Grande thriller di Dario Argento, uno dei pochi film che davvero mi piacciono del regista romano, "Profondo rosso" è forse l'esempio più celebre di giallo all'italiana, un film tutt'altro che perfetto, che mostra alcuni limiti nei dialoghi, in una recitazione non sempre all'altezza e in qualche scena riempitiva di troppo che sarebbe tutt'altro che imprescindibile, anche per la narrazione, però, tutti questi difetti passano in secondo piano non appena il film decide di ingranare e puntare sulle scene di pura tensione, e qui diventa straordinario, poco da fare, Argento ha tanti maestri, da Hitchcock a Mario Bava - e in effetti, i gialli argentiani hanno qualche debituccio con "Sei donne per l'assassino" - ma riesce a risplendere di luce propria, dando al film un'estetica molto personale che lo rende un prodotto particolarmente unico, con le sue atmosfere lugubri da incubo ad occhi aperti e riesce a trasportare lo spettatore in un vortice di terrore senza fine.

E si parte subito col botto, con quell'omicidio della medium che darà inizio alla vicenda, nella sua casa, proprio al di sotto di quella del protagonista, con tutti quei quadri inquietantissimi, da qui inizia la ricerca dell'assassino, con un mistero che si fa sempre più fitto nonostante i relativamente pochi personaggi messi in gioco, ma per quanto mi riguarda il plot, nonostante riservi qualche bella sorpresa, soprattutto sulle battute finali, passa in secondo piano, Argento dirire con mano abilissima le sequenze di tensione, basti guardare quella in casa del protagonista in cui l'assassino si palesa con lievi sintomi, un po' di polvere che casca dal soffitto, qualche rumorino proveniente da lontano, una dilatazione dei tempi efficacissima nel lasciare senza fiato, ma forse l'apice si raggiunge nell'omicidio della scrittrice, semplicemente da brividi, con l'iconica bambola impiccata e l'occhio dell'assassino che spunta nel buio del guardaroba, con Argento che si diverte a lanciare falsi allarmi per allertare lo spettatore, come il merlo che viene involontariamente ucciso, salvo poi detonare in un'omicidio ad alto tasso di gore sfregiando la vittima con l'acqua bollente della vasca.

O ancora, la morte di Giordani, con quel manichino terrificante, e il cruentissimo omicidio spaccandogli i denti e la bocca contro il caminetto, tutte le sequenze nella villa del bambino urlante, con quel silenzio che sembra fermare il tempo ed assalire lo spettatore in un'atmosfera tenebrosa in cui si sente costantemente in pericolo, il tutto accompagnato da una colonna sonora splendida dei Goblin, con ovviamente quell'ormai celebrissimo tema ma anche con le loro cavalcate prog nelle scene degli omicidi.

Teso, cupo, allucinato, un gran bel giallo all'italiana che farà la fortuna del regista, tutt'altro che perfetto, ma a tratti è da cardiopalma.