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SECOND CHANCE regia di Susanne Bier

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stratoZ     7 / 10  18/04/2025 12:39:35 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Buon thriller di Susanne Bier, ho apprezzato molto lo stile gelido, teso, crudo, una vicenda dal pathos drammatico consistente che mette in gioco svariate tematiche e dilemmi morali, partendo da una situazione iniziale di grande distacco tra i caratteri, con quello di Andreas, una sorta di cittadino ideale, poliziotto, sposato e con un figlio nato da poco e quello del tossicodipendente, che col procedere degli eventi e con le scelte che faranno tenderanno a far mischiare i concetti di buono e cattivo.

In seguito alla tragedia subita da Andreas, dell'improvvisa morte del figlioletto neonato e sotto grandi pressioni della moglie disperata, il poliziotto ruberà questo neonato dalla coppia che lo tiene in pessime condizioni, addirittura lasciandolo sporco dei suoi stessi escrementi, un'occasione apparentemente irripetibile per coprire almeno in parte il dramma della morte del piccolo e che fa sorgere tanti interrogativi su quanto sia legittima quest'azione di Andreas, andando ad analizzare i caratteri sempre più a fondo e svelare diversi retroscena col procedere delle indagini, mostrando anche la forte depressione causata da un'elaborazione del lutto ancora troppo ingombrante ed un enorme senso di colpa che pesa sulla coppia, ma la regista è abile anche nel gestire la messa in scena, riuscendo a mantenere una tensione costante per tutto il film - la scena in cui Andreas si infiltra per sostituire il neonato tiene col cuore in gola - causata da svariati fattori, quali possono essere la pericolosità del tossicodipendente che diventa un pericolo per le persone che gli stanno accanto ma anche per le scelte scellerate dei protagonisti, dalla moglie di Andreas che perderà totalmente la lucidità in seguito al dramma, al protagonista stesso col fardello dei suoi gesti che incombe e le conseguenze che possono portare.

Bellino anche visivamente, dai toni cupi e freddi, con la prevalenza cromatica di ambientazioni tra il grigiume della città e il color ghiaccio di un cielo spesso uggioso, straziante e pieno di pathos, l'ho apprezzato molto, forse uno dei lavori più sottovalutati della Bier.