I Dardenne col loro stile ridotto all'osso narrano la storia di Sandra, donna che sta per perdere il lavoro, diciamolo in maniera abbastanza disumana, dato che il suo datore di lavoro mentre lei era in cura per la depressione ha constatato che si lavorava comunque bene con uno in meno, mettendo i colleghi di fronte ad un bivio, votare per far mantenere il posto di lavoro a Sandra oppure prendersi il bonus da mille euro, entrambe le cose non si possono avere, dopo una prima votazione evidentemente forzata dalle pressioni del datore stesso, Sandra riuscirà ad ottenere una nuova possibilità con una votazione da zero il lunedì, da quel momento dovrà passare il weekend a cercare di cambiare il verdetto, provando a convincere i colleghi.
Quasi desolante seguire il percorso di Sandra, che si aggira prima sola poi col marito alla ricerca di questi colleghi per parlargli, un viaggio umiliante a livello sociale in cui la protagonista stessa si sente una mendicante a cercare di implorarli per mantenere il suo posto di lavoro, da questo spunto il film ne approfitta per mostrare una sorta di disperazione dell'impiegato sullo sfondo delle crisi economiche degli anni precedenti, i vari rifiuti che riceve Sandra, spesso vengono mostrati con garbo, portando ad empatizzare anche per i colleghi che senza cattiveria, hanno bisogno di quei mille euro per svariati motivi, ma quello principale è il non essere spesso autosufficienti col solo stipendio, sotto questo punto di vista è un film che mette il ceto più povero tutto sulla stessa barca, con un datore di lavoro che rappresenta l'uomo di potere che fa scannare i dipendenti tra loro, evitando anche le responsabilità del caso.
I Dardenne sono molto abili nel mantenere una tensione costante per la sorte della protagonista, che sembra cadere in un baratro in cui la speranza si accende ad intermittenza, arrivando anche a tentativi di soluzioni estreme quando sembra tutto andare per il peggio, la camera a mano dei registi segue la protagonista in seconda persona, dando una visione molto immersiva allo spettatore, grazie anche alla grande interpretazione di Marion Cotillard, qui estremamente in parte, e a mio parere decisamente meglio rispetto ai ruoli che le danno oltreoceano.