Melodramma molto tipico della hollywood classica, quest'opera di Negulesco non riesce a staccarsi dagli archetipi già ampiamente radicati nel genere, non che sia di pessima fattura, anzi risulta valido a livello di realizzazione, con una struttura episodica interessante collegata dal fatale viaggio aereo nel quale l'unico sopravvissuto delle persone che avevano legato si farà portavoce, post mortem dei diretti interessati, di risolvere dei conflitti rimasti in sospeso durante la vita, così compirà una sorta di viaggio catartico, anche per se stesso, in cui porterà le ultime memorie di queste persone, andando direttamente a parlare col partner, dall'uomo dipendente dall'alcool, pieno di senso di colpa per aver ucciso tre persone mentre guidava in stato di ebbrezza, all'uomo con una questione in risolta con la moglie invalida, di cui si prendeva cura nonostante il tradimento di lei, arrivando alla terza che aveva lasciato il marito per intraprendere una nuova carriera nel mondo dello spettacolo, tutti e tre avevano in qualche modo un piano di redenzione, purtroppo non attuabile a causa della loro morte, il protagonista si farà portavoce di essi per una sorta di riabilitazione della memoria e sistemazione definitiva dei conti in sospeso.
Una buona parte della componente drammatica del film sta nel suo voler incitare a cogliere l'attimo, giocando con i rimpianti di queste tre persone venute a mancare troppo presto, l'unico sopravvissuto tramite questo percorso troverà anch'esso una soluzione alla sua crisi matrimoniale, trovando la forza di riappacificare con la moglie, in uno dei tipici finali riconcilianti delle pellicole hollywoodiane del periodo.
Lo stile è estremamente classico, con vette di solennità nelle battute finali, un cast di valore che offre interpretazioni nella norma, probabilmente Bette Davis è relegata in uno dei suoi ruoli meno memorabili, così come Shelley Winters non viene valorizzata particolarmente.