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BOROTALCO regia di Carlo Verdone

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stratoZ     7 / 10  06/03/2025 12:30:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Idealmente "Borotalco" chiude una splendida tripletta d'esordio per Verdone, diventando tra i suoi film più iconici e ponendo le basi per le sue storie più mature a cavallo tra la metà degli anni ottanta e i novanta, il comico per la prima volta rinuncia alla narrazione ad episodi in cui riprendeva i grandi personaggi dei suoi sketch e realizza questa sorta di storia d'amore di stampo umoristico facendo un ritratto di una gioventù precaria e senza ideali, ingenua e abbagliata dallo status, perché alla fine il film parla proprio di status, quel grosso fardello che ossessiona l'uomo e gonfia l'ego, il protagonista rimane affascinato da questo suo sedicente cliente che spara un sacco di balle sulle sue esperienze in giro per il mondo, dicendo di aver conosciuto i più disparati vip, al punto da fare le prove allo specchio imitandolo dopo che le forze dell'ordine l'hanno portato via, tanto che quando suona alla sua affascinante collega l'occasione sarà ghiotta per far colpo con lo status di questo Manuel, tra narrazioni iperboliche delle sue esperienze in giro per il mondo e grandi scoop sugli attori hollywoodiani, fino ad arrivare alla grande finta amicizia con Lucio Dalla, idolo della ragazza per cui ha addirittura scritto una canzone da fargli suonare.

La narrazione procede come una tipica commedia degli equivoci dove il protagonista cercherà di nascondere la sua vera identità alla collega e allo stesso tempo cercando di evitare a tutti i costi l'attuale ragazza e promessa sposa, dovendo rimandare continuamente l'incontro con Lucio Dalla e allo stesso tempo evitando di dover tornare nella casa di Manuel, aggiungendo come ciliegina sulla torta quella sorta di caccia all'uomo che si viene a creare col padre di lei, il grandissimo Mario Brega, qui mattatore assoluto e spalla comica perfetta, col suo carisma e la sua aggressività tipicamente romanaccia, che vede di cattivo occhio il protagonista e cerca il pretesto per menarlo, riuscendoci anche, quando c'è Marione Brega in scena il film sale sostanzialmente di livello, indimenticabili le sue battute, da quella all'alimentari sul prosciutto dolce e le olive che so' greche, a quella mentre è dietro a Sergio che parla al telefono facendo la voce strana del personaggio che interpreta e gli dice "A Sergio, ma come c4zz0 parli?", straordinario, lo stesso non si può dire invece del personaggio di De Sica, che qui interpreta un napoletano che si sente lontano un miglio non lo è davvero, coinquilino del protagonista ma che alla fine risulta poca roba.

Il finale è a suo modo parecchio iconico, mostrando come nonostante l'imposizione sociale del matrimonio il rapporto tra i due non si estingue ma continua a vivere clandestinamente, un po' un modo per narrare come la repressione non sia il mezzo per eliminare la tentazione ma soltanto viverla più discretamente.

Un buon film generazionale, disilluso, dolce e amaro allo stesso tempo, con una bella colonna sonora con i pezzi di Dalla e degli Stadio, a ragione un cult.