Difficile parlare del primo Nosferatu senza contestualizzare il film all'epoca e alla corrente che fu, figlio dell'espressionismo, il film di Murnau è una coraggiosa trasposizione, la prima, del romanzo di Bram Stoker, senza in realtà averne i diritti, questione che tra la battaglia legale, la leggenda di Max Schreck riguardo al fatto fosse veramente un vampiro e tutta la vicenda dell'unica copia sopravvissuta, creano un'aura mitica attorno al film, rendendolo un vero e proprio oggetto di culto misterioso per ogni cinefilo appassionato del cinema dell'orrore, ma miti e leggende a parte, il film di Murnau, che tra parentesi, non penso sia il suo migliore, quel titolo spetta a quel capolavoro incredibile di "Faust", è un'opera di immenso valore storico, che propone innanzitutto una delle più celebri figure del vampiro, assolutamente non la prima, per intenderci, mi viene in mente al volo "Genuine" di Wiene, altro collega di Murnau, ma lo stesso "Les Vampires" di Feuillade, ma con buona probabilità è quel film che ha gettato le basi per l'archetipo del vampiro cinematografico - mi viene in mente una riflessione riguardo al fatto che da questo film in poi, la figura di Dracula verrà costantemente raffigurata senza baffi, almeno nelle principali trasposizioni, fino ad oggi almeno, Eggers ha spezzato questa tradizione, riportando il vampiro all'aspetto originale del libro - nel suo aspetto cadaverico e mefistofelico, i suoi movimenti scattosi, ingabbiato e ingobbito, dai lineamenti quasi caricaturali, orecchie animalesche e denti sporgenti, quella creatura della notte che contiene in sé il male più puro.
Murnau, stilisticamente ha il coraggio di distaccarsi dalla corrente espressionista che si era vista fino a quel momento, non vi sono più le scenografie teatrali dipinte di Caligari, anzi, il film ha un impianto scenografico che punta molto sul realismo, con anche tante riprese in esterno, tra i monti dei carpazi, il fiume dove viaggiano le bare e la cittadina tedesca, tuttavia, questo contesto scenografico viene condito dalla natura surreale degli avvenimenti, creando un vero e proprio mondo incantato in cui questo male atavico si abbatte ineluttabilmente e senza particolari spiegazioni, Nosferatu in fondo rappresenta questo, il film di Murnau a differenza dei suoi figli e nipotini, non indugia tanto sui sentimenti, è molto semplicemente la rappresentazione del male più puro, un altro punto di vista pessimistico derivante dall'espressionismo che a sua volta derivava dal pessimo periodo vissuto in Germania negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, tra Repubblica di Weimar, inflazione e tutte le altre cose che abbiamo studiato al quinto superiore, e Nosferatu è un'altra opera che scandaglia bene questo male, un film tenebroso e onirico in cui la tensione è gestita meravigliosamente, ci sta un po' ad ingranare, Murnau si concentra sui dettagli, è un male inizialmente sintomatico, tra l'opinione della gente del posto, scambiata per susperstizione, ai due buchi sul collo, scambiati per morsi di zanzara, una sensazione di disagio e terrore crescente che detona meravigliosamente nella seconda parte con le pittoresche sequenze in cui la dimensione onirica si fa preponderante, splendide le famose inquadrature con le ombre, di una suggestione incredibile, molto tipiche di quel cinema espressionista in cui l'ombra diventava un riflesso del buio dell'esistenza umana e di una visione del mondo ormai nera, ma il film di Murnau ha tante trovate freschissime, dall'uso espressivo del colore, che viene evidenziato nella scena della morte del vampiro, col cambio di viraggio - ovviamente, bisogna aver visto la versione colorata, non quella b/n - che sta a simboleggiare la comparsa della luce del sole che farà fuori il conte, ad un grande uso del montaggio parallelo, non banale per il tempo, come nelle sequenze finali tra la visita di Nosferatu ad Ellen, e le immagini di Thomas e Harding che cercano di arrivare in contemporanea, ma c'è pure spazio per un rudimentale montaggio analogico, mi riferisco alla sequenza della possessione di Nosferatu che si alterna alle immagini di Bulwer che spiega la lezione sul ragno che tesse la ragnatela per catturare le sue prede, creando una sorta di analogia di significato tra i due piani.