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BENNY'S VIDEO regia di Michael Haneke

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stratoZ     7½ / 10  23/01/2025 12:35:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Secondo capitolo della trilogia della glaciazione e seconda fatica del regista austriaco, altro gran film dai tratti taglienti, nichilisti e senza un minimo di speranza, se vogliamo forse anche più cupo dell'opera precedente, qui l'autore continua a mostrare una (dis)umanità nuda, senza compromessi, anticipando tematiche che tratterà in sue opere più conclamate come "Funny games" - il rapporto tra la violenza e i media - e "Il nastro bianco" - il rapporto tra i genitori e la formazione del figlio, fino alle estreme conseguenze - narrando la storia di Benny, ragazzo provato da una forte incomunicabilità, appassionato di video amatoriali che si diverte a girare e montare, passando buona parte della giornata davanti ai suoi vari schermi, mostrando anche una certa alienazione nei confronti del mondo esterno, che vive con padre e madre assenti, fin dalla prima sequenza Haneke shocka lo spettatore, col video del maiale che viene abbattuto, che poi si vedrà è una scena girata da Benny stesso - proporrà un inizio simile in Caché -, ma è forse la cosa più esplicita del film, dato che poi il regista, prendendo le veci del mezzo, cinema o televisione che sia, utilizza un efficientissimo fuori campo per (non) mostrare le violenze avvenute, trasportando le emozioni allo spettatore solo tramite urla, effetti sonori e i dialoghi che ne verranno - da qui si nota molto l'influenza che ha esercitato Bresson su Haneke - raccontando la breve vicenda che coinvolge Benny che uccide a sangue freddo con la stessa arma utilizzata per abbattere il maiale questa ragazza conosciuta da poco in videoteca, nascondendone il cadavere nell'armadio e successivamente rivelando il misfatto ai genitori, che a questo punto faranno di tutto per proteggerlo assicurandosi che non sia stato visto da nessuno e provando ad occultare il cadavere, un'eccessiva protezione da parte di quelli che dovrebbero essere gli educatori del figlio che minimizza un gesto estremo come l'omicidio, risolta con qualche giorno di vacanza in Egitto in cui Benny avrebbe dovuto riflettere su ciò che ha compiuto, mostrando anche una sorta di iperprotettività che è sintomatica della loro inadeguatezza ad educare il ragazzo, ma allo stesso tempo di un fortissimo egoismo di fondo che li porta a non provare il minimo rimorso di coscienza nei confronti della vita spezzata - cosa che non prova nemmeno il figlio ovviamente - ma gli unici scrupoli che si fanno sono sulla realisticità del piano e il modo migliore per eludere le forze dell'ordine, arrivando ad un finale tra i più beffardi che mostra la natura del personaggio, ereditata a monte dai genitori, che si rivolta contro loro stessi, in un film che lascia un forte amaro in bocca per la sua disillusione, dipinto da Haneke con uno stile documentaristico che fa del video intradiegetico il miglior mezzo di comunicazione - il modo con cui i genitori scoprono l'omicidio è proprio per via del video dello stesso che Benny sta guardando - e lascia con una sensazione di gelo per quanto domini l'apatia tra personaggi apprentemente estranei all'etica e l'empatia, desolante e parecchio sconfortante.