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IL NASTRO BIANCO regia di Michael Haneke

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stratoZ     8½ / 10  09/01/2025 15:10:44 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Il sonno della ragione genera mostri.

Grande opera di Haneke che procede coerentemente sviluppando nel profondo le tematiche cardine della sua filmografia, l'autore austriaco questa volta va mostrare il problema alla radice, non è casuale l'ambientazione in un piccolo villaggio della Germania alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, modo suo di anticipare quello che sarà il nazismo che in questo film viene covato da delle nuove leve cresciute tra una violenza dispotica, dogmi e una forte incomunicabilità delle figure cardine, è un film corale che mostra una piccola realtà che si fa però metafora di un intero paese e forse anche di più, dallo stile rigido come i suoi personaggi, ne fa una descrizione certosina tramite dei dialoghi misurati ma tremendamente efficaci, come in altri film di Haneke c'è la struttura da giallo o film di mistero chessia, con questi strani incidenti che accadono, ma come al solito l'autore non si dedica all'intreccio in sé, quanto lo utilizza come tramite per analizzare nel dettaglio i comportamenti umani, mostrando senza fronzoli una catena di violenza e repressione che è destinata a ripercuotersi, la sua solita poetica pessimistica e estremamente nichilista applicata alle basi della formazione, minando il periodo forse più delicato della vita, quello dell'infanzia in cui degli esseri che dovrebbero essere portatori di innocenza - da cui deriva appunto il nastro bianco del titolo, simbolo di innocenza - subiscono le conseguenze psicologiche di un'educazione rigida e sopressiva.

Le vicende di questo paesino, narrate a ritroso da un maestro che vi ha vissuto per un periodo e si è innamorato di una ragazza che lavorava nel posto, descrivono attentamente più personaggi, dal Barone, proprietario della tenuta principale, figura economicamente e socialmente più influente dati i numerevoli posti di lavoro che dava alla popolazione, mostrato sotto una lente autoritaria e noncurante, dedito agli affari e negligente nei confronti della famiglia, cosa che causerà una profonda spaccatura, arrivando a figure cardine come quella del prete del paese, dall'autorità dogmatica, usando la tipica propaganda del terrore ecclesiastica basata su un'educazione non correttiva ma punitiva, creando continuamente tabù come possono essere quelli della sessualità, nei confronti dei bambini, costantemente timorati dalle minacce del prete e ricorrendo anche alla violenza per far rispettare questi messaggi - ovviamente in contrapposizione ai messaggi di pace e benevolenza della religione, nel caso ci fosse bisogno di sottolinearlo -, il dialogo sulla masturbazione e le sue devastanti conseguenze è l'emblema di questo, ma anche i momenti di durissima punizione inflitta ai bambini. Anche la figura del medico a modo suo è rappresentativa dell'insoddisfazione del posto, anche l'uomo di scienza ha perso le sue certezze in un contesto così bigotto e chiuso, vivendo una vita infelice accanto ad una donna che non desidera e con cui sta, per sua stessa ammissione, solo per non rimanere solo.

Il punto del film è che il risultato dell'equazione di tutti questi fattori è un devastante effetto sui bambini che, non ne abbiamo la certezza, ma l'autore ne lascia solo la suggestione, adotteranno anch'essi una politica simile a quella degli adulti che li hanno educati, diventando dei mostri esattamente come loro, e il mondo intero lo vedrà bene vent'anni dopo.

Stilisticamente straordinario, con un bianco e nero meraviglioso, iper contrastato, una dicotomia evidentissima tra i cupissimi interni e gli esterni radiosi, Haneke applica la sua solita regia fredda e distaccata, che qui è più adatta che mai, fatta di campi larghi e un realismo spiazzante, mai alla ricerca del sensazionalismo, è una regia discreta che non indugia sul dramma ma anzi a modo suo lo censura, non mostrando mai la brutta azione, usando spesso il fuoricampo, suggerendo senza mai dare spiegazioni, anche il mistero rimane in parte irrisolto, in parte insabbiato, anche se le invettive dell'autore sono (anzi sembrano) abbastanza chiare.

Film straordinario.