Era un Carax appena ventiseienne, eppure mostra una maturità pazzesca, realizzando un film stilisticamente impeccabile, già perfetto rappresentante del suo stile eclettico, grottesco, sempre sopra le righe, ma con una componente poetica enorme, "Mauvais Sang" è un caper movie estremamente atipico, che narra la storia di questo gruppo di criminali che per sdebitarsi con un'organizzazione mafiosa, dopo che questi ultimi hanno già fatto fuori un loro socio, ingaggiano il figlio dell'uomo ucciso per rubare il vaccino che una casa farmaceutica ha sviluppato per combattere questo virus che si diffonde solo a chi fa sesso senza passione, una sorta di metafora dell'AIDS che negli anni ottanta purtroppo era in forte diffusione, in un contesto quasi apocalittico con la cometa di Alley che passa vicino alla terra e provoca degli sbalzi climatici - ci aveva visto lungo eh? - causando forti escursioni termiche, tanto che non è affatto raro vedere girare i protagonisti a petto nudo in scene notturne e nevicare qualche scena dopo.
Allo stesso tempo è un'opera dalla forte impronta sentimentale, con Alex che in seguito a questo colpo deciderà di cambiare totalmente vita, lascia la sua vecchia ragazza e progetta di trasferirsi all'estero, qui il film eredita molto lo spirito di redenzione dei caper movie francesi, ma Carax gioca a ridimensionare il genere secondo il suo stile folle e fa innamorare ben presto Alex di Anna, interpretata da una giovane e affascinante Juliette Binoche, con alcune sequenze semplicemente strepitose, in particolare concentrate nella parte centrale del film in cui il regista ci fa addentrare nell'intimità della nuova coppia creando un mood da "late night talks" estremamente suggestivo, con una fotografia fantastica - Carax ha sempre avuto una capacità di dipingere le scene in notturna straordinaria - e alcune scene da antologia, tra tutte, la famosa corsa di Alex con Modern Love di Bowie, atto apparentemente liberatorio e la camera che segue in pianosequenza il soggetto che corre, momento altissimo, ma anche nella parte finale Carax ci regala sequenze da manuale, come possono essere la fuga finale con Alex prossimo alla morte e la commovente cosa di Anna, che si trascina una malinconia straordinaria.
Era solo l'inizio per Carax ma quest'opera mostra molto bene lo stile che farà la fortuna del regista, eclettico, sognante, poetico, ma anche cinico e malinconico, con anche un certo fatalismo di fondo, che rimodella a suo piacimento il genere e realizza una messa in scena straordinaria, tra le meravigliose atmosfere metropolitane notturne, anarchico e folle, lo adoro.