caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

GLI AMANTI DEL PONT-NEUF regia di Leos Carax

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
stratoZ     9 / 10  20/12/2024 12:56:32 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Mamma mia quanto è bello sto film, uno dei miei film romantici preferiti in assoluto, è un uragano di emozioni, col suo stile estremamente eclettico, dinamico, ai limiti del grottesco, spesso e volentieri surreale con una forte malinconia di fondo data dalla condizione dei protagonisti, un film che mostra un amore tra gli ultimi, tra quelli che vengono considerati reietti sociali, un'opera vitale che straborda di spontaneità ma ha uno sguardo disilluso, messo in scena divinamente con due protagonisti dall'intesa incredibile, facendo respirare un'atmosfera decadente fin dalle prime sequenze che mostrano il contesto in cui si svolge la storia, quello dei senzatetto, con Alex, artista di strada che tira avanti facendo lo sputafuoco e il giocoliere nel contesto di un Pont Neuf in ristrutturazione, abbandonato dalla sua popolarità e lasciato in balia di questi clochard che lo occupano per trovare rifugio, ma il ponte è un specchio della condizione di Michele, donna di origini benestanti ma in fuga dalla sua precedente vita in quanto una malattia le sta progressivamente divorando la vista e sta distruggendo il suo sogno di fare la pittrice, anche lei si rifugerà a Pont Neuf dove conosce Alex e scocca presto un amore insperato, che nella sua rappresentazione eclettica trasuda un forte realismo emozionale, un amore fatto di compromessi e bisogno dell'altro, due anime sole che cercano consolazione per non guardare l'abisso che li attende, amore quasi egoistico nel cercare manforte ed alleviare la solitudine ma che mette a nudo due anime emarginate alla ricerca di una qualsivoglia complicità, fantastico.

Ma è straordinario come Carax mette in scena il tutto, è un film particolarmente pirotecnico stilisticamente, anche un po' lunatico se vogliamo, che alterna momenti perlopiù riflessivi e più dilatati a dei veri e propri exploit stilistici, rappresentando un po' gli sbalzi d'umore dei personaggi stessi, la loro condizione in bilico tra il gioire delle piccole emozioni quotidiane e il sopportare il fardello di una situazione non particolarmente agevole, con alcolismo e dipendenze annesse, la camera di Carax regala splendidi momenti, dalle inquadrature statiche dei momenti riflessivi all'uso totalmente anarchico della camera a mano quando esplode la gioia, e alcune sequenze sono proprio una gioia per occhi e orecchie, basti vedere la famosissima sequenza durante i fuochi per la festa della rivoluzione, straordinario tripudio stilistico che avrei voluto non finisse mai, tra gli inserti di musica classica, questi movimenti di camera liberatori, come fossero la soggettiva di un terzo intento a ballare e strapazzarsi con loro, la gioia incontenibile e le urla liberatorie, scena stratosferica, ma non sono da meno anche molti momenti successivi, come la famosa visita notturna al Louvre, estremamente poetica nella sua semplicità o ancora le bravate che i due compiono assieme, grazie anche ai sedativi procurati dal più anziano Hans, amico di Alex.

Nella seconda parte del film, esplode un po' la componente malinconica, Carax analizza se vogliamo ancora meglio di quanto visto in precedenza la psicologia dei personaggi, da quando Alex vede questi manifesti riguardanti Michele emerge un certo magone nel protagonista così come nello spettatore, andando verso la consapevolezza di perdere l'amata, non sentendosi all'altezza nel caso lei dovesse guarire, regalando quell'amarissima sequenza in cui strappa rabbiosamente i manifesti e incendia la metropolitana per non far scoprire all'amata la verità, ovvero che la sua malattia è curabile, atto meschino, profondamente egoistico eppure è impossibile non empatizzare con Alex in quel momento, questa scena, oltre che essere splendida a livello visivo - il totale del corridoio della metro in fiamme con Alex che scappa è fantastico - mostra anche la considerazione che ha il protagonista di se stesso e della sua condizione, il suo sentirsi un reietto emerge prepotentemente e assume la consapevolezza che per restare con Michele, l'unico modo è quello di lasciare che lei non guarisca, un amore che porta a far del male pur di essere alimentato, ponendo anche qualche considerazione etica e dilaniando emotivamente lo spettatore.

Il finale raggiunge alte vette di malinconia, lasciando quella sensazione estremamente vitale del cogliere il momento, godersi gli ultimi istanti insieme, prima di tornare ad una grigia realtà, personalmente mi ha stroncato emotivamente, film straordinario, con una fotografia pazzesca, quanto sono belli i riflessi della luce sulla Senna in notturna? Una Parigi inedita, lontana dalle rappresentazioni romanzate tipiche del cinema mainstream, più vera e pulsante nonostante il surrealismo di fondo di una pellicola a metà tra sogno e realtà, che dire, e poi c'è la gatta che si chiama Louisiana.