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VERMIGLIO regia di Maura Delpero

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stratoZ     7 / 10  27/11/2024 20:13:28 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Bel film della Depero, è un'opera dall'ambientazione bucolica e isolata, tra le montagne del Trentino in un paese di poche anime, che da il nome al film, durante la Seconda guerra mondiale, posto che vive di una pace quasi irreale, la regista dopo una lunga introduzione, scendendo per bene nei particolari di una quotidianità che oggi definiremmo stantia, tra andare a mungere le mucche, occuparsi del pollaio, della famiglia e via dicendo, oltre a conoscere questa larga famiglia del maestro del paese, aggiunge un elemento esterno, di rottura, un soldato siciliano che probabilmente disertore, si è venuto a rifugiare in questo paesino assieme ad uno dei figli del maestro, anch'esso sotto le armi.

Da qui il film nel suo lento incedere si occupa di analizzare a fondo la società patriarcale e la radicata mentalità che vigeva, passando dalle critiche della popolazione alla diserzione, per una questione di patriottismo, onore e tutti i vari concetti obsoleti che possono esserci e che rimandano ad una mentalità arretrata, oltre che ad una forte ipocrisia di fondo dato che queste parole sono spesso pronunciate da persone che non sono neanche partite in guerra, fino ad arrivare ai concetti base della famiglia, mostrando sotto più punti di vista il matrimonio da parte di una delle figlie maggiori del maestro con questo elemento esterno, partendo da una premessa sessuale, in una scena in cui i due sembrano non riuscire a controllare le proprie passioni ma devono comunque reprimerle perché verrebbero giudicati nel caso consumassero un rapporto senza essere sposati, arrivando, nella seconda parte, ad una svalutazione della stessa moglie, rimasta da sola dopo la partenza del marito e la sua scomparsa, c'è il solito nesso tra verginità e valore messo in evidenza, tipico della società patriarcale e bigotta, ma sono principi che partono a monte, radicati nelle stesse tradizioni che la regista prende di mira, vogliamo parlare della canzoncina che i bambini cantano durante il matrimonio? Passa tutto in buona fede, i bambini sono convinti di onorare la sposa cantando come sarà brava come moglie ad accudire la casa, cucinare e occuparsi dei figli, è tutto così radicato a monte che né bambini né adulti se ne accorgono realmente, l'unica eccezione la fa il maestro, che è pure capofamiglia, che più volte rimarca l'importanza della cultura per elevarsi e cercare di distaccarsi dai retaggi del passato, ma la sua sembra una lotta contro i mulini a vento, se non per qualche piccolo spiraglio di luce mostrato dalla collaborazione dei bambini, molti dei quali suoi figli, ancora in tenera età per comprendere ed uscire dalla mentalità ristretta del paesino.

Coraggiosa la scelta narrativa di far morire il marito per via di un delitto d'onore commesso dalla prima moglie, non scagliandosi ciecamente contro l'uomo in se, addossando il fardello del patriarcato direttamente sulla donna che ne è influenzata, non creando fazioni opposte uomo-donna ma mettendo tutti sulla stessa barca.

Grande lavoro di messa in scena della regista, con un'ambientazione bucolica, con un bianco preponderante nella prima parte dato dalle scenografie di montagna fortemente innevate, colori freddi e una fotografia leggermente desaturata con interni bui data anche l'assenza di elettricità che fanno vivere bene il contesto, valore aggiunto è la narrazione dilatata che fa ancor di più empatizzare e provare una certa tensione drammatica con i tempi lunghi che si vivevano durante il periodo, l'arrivo di una lettera dal fronte, o dalla Sicilia da parte del marito, richiede spesso tanto, troppo tempo, e la regista riesce a far provare questa sensazione di impazienza anche allo spettatore.

Bel film, spero abbia la sua possibilità agli oscar.