Esordio di Levinson, l'ho trovato un film modesto, una sorta di coming of age che ricalca le solite tematiche del genere, dipingendo cinque amici in una fase cruciale come quella post adolescenza, nel solito periodo in cui si inizia a diventare adulti, i ricordi e le abitudini della giovinezza vanno a perdersi, è così che il regista descrive una vasta gamma di personalità, dall'amico ancora un po' infantile dedito a fare scherzi da ragazzino, che qui sarebbe il personaggio di Kevin Bacon, a quello più maturo che già sta bruciando le tappe ed è ad un passo dal matrimonio, cosa che effettivamente avviene con i vari momenti prima che segnano una sorta di profonda analisi di coscienza, è in quegli attimi che i ragazzi si fermano a pensare a cosa hanno vissuto e a cosa non vivranno più.
Purtroppo nel film latita l'originalità, nonostante una messa in scena tutto sommato discreta, ambientato nel Maryland degli anni 50's, è una sorta di operazione nostalgica facente parte del revival dei 50's che si stava vivendo durante gli anni 80's, tra qualche bella macchina d'epoca decappottabile dai colori sgargianti, le serate a ritmo di rock'n roll e questo diner, che da il titolo al film, che diventa un luogo di ritrovo per il gruppo di amici, plasticoso al punto giusto, tra luci sgargianti e divani in pelle.
Il film procede tra un registro al limite del comico-adolescenziale, con gli amici che scherzano allegramente tra di loro e fanno scommesse sul riuscire a portare a letto le ragazze e scene più tipicamente drammatiche, come possono essere le prove di convivenza - simpatica la scena dello scaffale dei dischi, ordinati rigorosamente per genere e autore - o le decisioni per il futuro. Non malissimo, ma è uno dei film del genere che mi ha preso di meno, mi ha lasciato poco.