Ero sul treno e Italolive mi proponeva una scelta abbastanza limitata sul catalogo, e ad un certo punto ho deciso di accontentare la mia curiosità e scoprire quanto effettivamente fosse brutto questo film, anche se un'idea ce l'avevo.
La sagra dell'imbarazzo, tra i punti più bassi della comicità italiana, probabilmente sulla stessa linea d'onda dei cinepanettoni peggiori, quelli di Boldi post separazione con De Sica per esempio, che sono brutti forte, qui Enrico Vanzina racconta la storia di queste coppie in lockdown durante la prima ondata di Covid, con la solita storia vista e stravista di tradimenti e riappacificamenti in chiave estremamente macchiettistica e che vorrebbe essere comica ma non fa ridere neanche per sbaglio, il livello delle gag è incredibilmente basso, non c'è mezzo dialogo che si salvi, mezza interpretazione decente, Greggio è terribile, interpreta il suo solito personaggio del vecchio facoltoso e molesto che a quasi settant'anni va ancora dietro alle ragazzine e fa continui riferimenti alle poppe, al cul0 e roba varia, agghiacciante la scena in cui riesce ad andare a letto con la ragazza che abita al piano di sotto - tra l'altro lei recita in una maniera indecente - in cui alla fine non riesce ad eccitarsi e fa le battute con le metafore calcistiche, dicendo al suo uccello di non rimanere in panchina la prossima volta, cose che non sentivo dalle scuole medie e pure allora mi sembravano stupide ma vabbè.
Ma la cosa peggiore, ragazzi, non è tanto la parte comica, che oddio in qualsiasi altro film sarebbe la cosa peggiore, qui però no, qui c'è pure la parte che vorrebbe essere drammatica che riesce a superarla nella scena peggiore del film, forse in una delle più brutte della storia del cinema, quando Ezio Greggio viene scoperto dalla moglie e dalla vicina che ha detto una marea di cazz4te per portarsela a letto e se ne esce con quel monologo lunghissimo mentre viene messa la musica drammatica e il suo primo piano, dove si giustifica in maniera poetica di essere un c4zzaro, ragazzi volevo morire, come si fa, agghiacciante.
Poi c'è qualche gag sul virus, un po' di effetto nostalgia con le serate passate in casa con Conte che prolunga la zona rossa, le solite gag sulle mascherine, il distanziamento, l'amuchina che le avrò viste già cinque miliardi di volte su internet e non facevano ridere neanche la prima.
Poi c'è la parte con Martina Stella, che sarebbe l'amante di Ezio Greggio, tra l'altro introdotta in intimo perché da buona commedia italiana inutile che si rispetti deve mostrare le grazie delle attrici, altra parte terribile comunque, col povero Ricky Memphis a subire corna, schiaffi, umiliazioni e via dicendo che però poi la perdona come se non fosse successo nulla e organizzano pure un modo per spillare soldi alla coppia di ricconi, praticamente la svolta socialista di Vanzina questo finale.
Vabbè, orripilante, l'ho visto tutto il tempo senza ridere mezzo secondo e con una costante sensazione di imbarazzo.
"Attento perché il virus rimane sulle superfici e te sei superficiale"