Gran bel melodramma sentimentale di Jane Campion, il suo film più famoso che l'ha fatta spopolare nell'ambiente vincendo a Cannes e diversi oscar, ora senza entrare nel merito di quanto possano starci i premi, bisogna ammettere che "The Piano" è un'opera che soddisfa tantissimo, sia emotivamente, con la regista che riesce a dare una forte carica empatica, ma anche di pathos, sia a livello formale, con una tecnica straordinaria, sia registica, che prettamente fotografica e sonora, in cui il talento dell'autrice emerge prepotentemente e mette già in gioco le tematiche che la caratterizzeranno per il resto della carriera.
Qui parla di Ada, vedova che ha perso la voce e che giunge in Nuova Zelanda con la figlia e il suo amato pianoforte per sposare un ricco proprietario terriero che non aveva ancora conosciuto, la Campion fin sa subito crea questo contesto storico in cui la donna viene trattata più come merce di scambio che come essere consenziente, mettendo in evidenza anche la personalità disinteressata ma pedante del nuovo marito, interpretato da un viscido Sam Neill che regala una gran bella performance, che aveva come acquistato Ada e la figlia in questo matrimonio preconcordato, trascurando fin da subito le esigenze della donna, Ada non essendo più capace di parlare si esprime col linguaggio dei segni e solo la figlia riesce a comprenderla, allo stesso tempo il suo vero mezzo di espressione è l'arte musicale, col pianoforte sua immensa passione, che diventa importante come un membro della famiglia, fantastico fin dalla prima sequenza come la Campion sottolinea l'attaccamento di Ada, quando toglie un pezzo di legno e suona qualche nota, il problema è che è un oggetto ingombrante che il nuovo marito appena considera e decide di lasciarlo sulla spiaggia perché ritenuto non importante, prevaricando il volere della moglie, sarà poi George, uomo inglese che vive sull'isola, a comprare il pianoforte in cambio di diversi ettari di terreno, comprando anche delle lezioni di piano da parte di Ada, da cui era rimasto fin da subito affascinato. Da lì ci sarà un progressivo sviluppo del rapporto tra i due, in realtà anche abbastanza ambiguo, inizialmente Ada, non esattamente a suo agio nel contesto, è parecchio impaurita dalle richieste dell'uomo, tanto che George la convince vendendole i tasti del pianoforte per ogni visita, quello che inizialmente sembra una sorta di sacrificio per Ada, per riottenere il suo amato pianoforte, pian piano diventerà un piacere, una volta disinibita e isolata dal contesto retrogrado che vive in famiglia, ma nell'isola le voci girano.
La Campion descrive un personaggio femminile straordinario, considerata anche l'ambientazione ottocentesca, crea una donna che riesce ad uscire dal contesto oppressivo, a ribellarsi, a vivere l'amore che decide lei, una sorta di eroina, privata della sua voce a causa di un trauma pregresso, che vive esprimendosi con l'arte, alcuni passaggi sono straordinariamente poetici, e la colonna sonora di Nyman è un grosso valore aggiunto, commovente in certi punti per la bellezza formale che raggiunge, ma anche per i significati semantici che viene a prendere, la possibilità che da l'arte di esprimersi a pieno toccando corde nascoste dell'animo, e sottolineando ancor di più la rottura che si viene a creare tra un contesto grigio e apparentemente chiuso - a questo proposito la fotografia fa un gran lavoro col cielo neozelandese costantemente uggioso - e tutte le emozioni vivide suscitate dall'arte di Ada, che come appunto vediamo dalla narrazione, riescono a toccare anche un uomo che non comprende davvero il linguaggio musicale.
Registicamente di altissimo livello, regala scene d'altissima intensità emotiva, le inquadrature dall'alto del piano sulla spiaggia, restato lì da solo, o ancora i crescenti momenti d'intimità tra Ada e George, in cui gli attori sono abilissimi anche a giocare col linguaggio del corpo, le prime volte sono pure impacciati per l'imbarazzo che si viene a creare, poi progressivamente andranno ad abbattere le barriere emotive, o anche la sequenza del taglio del dito che è un piccolo picco brutale del film.