A mio parere uno dei più sottovalutati di Fulci, "Murderock" è un buon thriller che gira attorno alla classica struttura del giallo all'italiana a cui l'autore ci aveva già abituato, questa volta cambia nuovamente il contesto e lo ambienta in questa scuola di ballo molto prestigiosa a New York, così Fulci ne approfitta per lanciare ancora una volta validi messaggi di critica sociale, come aveva fatto in passato, qui si concentra sulla competitività tossica di queste scuole e sulla gente che le frequenta, descrivendo in maniera abbastanza cinica questo manipolo di ragazzi tutti interessati al successo, al riuscire ad emergere in un campo che sarebbe la loro passione che se ne combinano di cotte e di crude pur di riuscirci, buona parte della narrazione è infatti basata su questi sospetti, l'autore porta spesso lo spettatore a chiedersi se un determinato personaggio possa essere arrivato ad uccidere un concorrente solo per farsi strada più facilmente verso questa grossa opportunità per emergere - a pochi giorni ci sarà un importante spettacolo che potrebbe spianare la strada al successo per chi viene selezionato, e la risposta dello spettatore a mio parere potrebbe essere sempre dubbia, nel senso che anche i caratteri apparentemente più innocenti in ogni caso vengono descritti in modo che possano essere capaci di aver ucciso per ottenere quella possibilità, fondamentalmente si viene a creare un constesto di vipere in cui l'ispettore dovrà scavare per scoprire il colpevole, con un finale che riesce a ricollegare tutto coerentemente spiegando anche molto bene le motivazioni alla base.
Oltre alla sceneggiatura, seppur molto classica, estremamente efficace, il film risplende anche per un'ottima messa in scena di Fulci che incasella uno dopo l'altro degli omicidi di assoluto valore, fin dal primo negli spogliatoi, con un modus operandi molto particolare del killer che stordisce le vittime col cloroformio e le punge nel cuore causando morte imminente, riducendo al minimo la sofferenza, già nella prima sequenza con quelle luci che vanno e vengono l'autore riesce ad accrescere bene la componente ansiogena, il secondo omicidio, se vogliamo è ancora più bello, a casa della ragazzina spargendo qualche indizio come la sigaretta accesa o il cinguettio del canarino, realizza una scena estremamente tesa e crudele, poi vabbè in un altro omicidio ancora mi sono gasato solo per la citazione ad un film che amo alla follia, quando l'assassino uccide la ragazza che fa da babysitter alla bambina paraplegica, con la bambina sulla sedia a rotelle con la macchina fotografica al piano di sopra che riprende tutto e scatta qualche foto, vi ricorda qualcosa?
Nel complesso un bel thriller, teso, cruento e con una discreta dose di critica sociale, con diverse scene di ballo - era lo stesso anno di Flashdance tra l'altro - e le musica di Keith Emerson, tastierista che non amo particolarmente per il suo essere un po' troppo kitsch, oddio negli anni 70's mi gasava pure, in questo film a tratti mi piace a tratti mi stanca, nel complesso però non mi ha disturbato troppo.