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UNA SULL'ALTRA regia di Lucio Fulci

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stratoZ     7 / 10  29/10/2024 12:34:41 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Un film che parla di una donna che muore e poi il marito la reincontra con un taglio di capelli diverso? Ambientato a San Francisco? Vi ricorda qualcosa? Tra l'altro con uno stile che vira parecchio sul pop, come già ai tempi Hitchcock aveva iniziato - solo in qualche sequenza in realtà - esatto "L'una sull'altra" di Fulci è il cuginetto di Vertigo, poi c'è pure "Obsession" di De Palma che sarebbe il fratellino minore, ma questa è un'altra storia, diciamo che considerata l'influenza di quel film la famiglia sarebbe abbastanza larga, detto questo, derivatismi a parte, è un film che ho apprezzato parecchio, una sceneggiatura ben calibrata ed efficace in cui Fulci mischia abilmente le carte e crea un mistero che si infittisce sempre di più, dopo la morte della moglie di questo dottore che possiede una clinica iniziano ad esserci sempre più indizi che fanno sospettare che ci sia qualcosa sotto questi eventi, a partire dall'incontro con questa sosia, però bionda e con gli occhi chiari della moglie, che a differenza di Vertigo, che la poneva in modo più elegante, la fa incontrare in un locale di spogliarelliste, è un film in cui l'elemento erotico diventa preponderante, seguendo molto le tendenze del periodo, con una velata sensazione di necrofilia, come in Vertigo appunto, ma Hitchcock probabilmente aveva le mani un po' più legate dal codice Hays e dalla società dell'epoca - eh si in dieci anni mi sa erano cambiate parecchie cose - come mostrato dalla torbida attrazione del protagonista per questa spogliarellista uguale alla moglie, o anche dalla scena lesbo che è diventata tra le più famose del film.

Fulci nel finale inserisce anche qualche elemento di critica socialle, prendendo di mira la pena di morte, che diventa un gioco contro il tempo prima che un innocente venga condannato inguistamente, al netto di qualche piccolo inserto didascalico - il fratello che spiega nei dettagli il piano, o ancora il giornalista che si mette a narrare gli avvenimenti - l'ho trovato molto interessante narrativamente, ma anche stilisticamente mi è garbato parecchio, a partire dalla colonna sonora di Ortolani con un particolare free jazz che personalmente mi ha ricordato alcuni dischi di Zappa dei primi 70's - "Waka Jawaka", "The grand Wazoo" - che ha delle discrete impennate nei momenti di tensione, diciamo è più una colonna sonora che può ricordare i polizieschi del periodo che il giallo, oltre questo vi è una gran bella fotografia pop, con colori saturi e qualche sequenza simil-lisergica, basti vedere i balletti coreografici al night, con una Marisa Mell letteralmente ipnotizzante, - che il pubblico amante del genere aveva già avuto modo di apprezzare l'anno prima nel Diabolik di Bava, nel ruolo di una splendida Eva Kant - che emana un fascino ammorbante, il tutto viene valorizzato dalla regia di un Fulci già maturo, che non rinuncia a ottime soluzioni visive capaci di accrescere quell'atmosfera di torbido inganno e di tensione, frequente l'uso del power zoom, spesso anche al contrario e la concessione di diversi dettagli che sembrano rompere l'intimità dei personaggi.

Uno dei primi thriller di Fulci, ben riuscito.