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SFIDA NELL'ALTA SIERRA regia di Sam Peckinpah

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stratoZ     7½ / 10  23/08/2024 18:43:57 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Dopo il modesto "The deadly companions" Peckinpah dirige il suo primo grande western, opera che contiene in nuce alcune delle tematiche che svilupperà nelle sue opere più celebri, erano tempi in cui il western classico era abbastanza maturato, il revisionismo era alle porte e anche il western crepuscolare stava iniziando ad essere efficacemente esplorato, qui l'autore nonostante la struttura prettamente classica tira in ballo elementi che già si localizzano nel western crepuscolare, a partire dal protagonista, un attempato John McCrea, cowboy di grande esperienza, che accetta un lavoro riguardante il trasporto di un carico d'oro dalle montagne fino alla banca, è così che chiama ad aiutarlo Gil, un suo caro vecchio amico, che si porterà dietro il giovane e irruento Heck.

Inizia così un road movie tra le splendide ambientazioni montuose del nord America in cui avvengono più episodi degni di nota, a partire dall'incontro della giovane e affascinante Elsa, che vive in una fattoria col padre, agricoltore vecchio stampo, religioso e asfissiante nei suoi confronti, di cui Heck si innamora e che vorrà andare con i tre per sposare uno dei minatori che l'aspetta proprio dove stanno andando loro, da qui, complice l'approfondimento del rapporto tra Elsa e il suo futuro sposo, sembra esserci una riflessione sul ruolo della donna nel west, Elsa viene trattata come un oggetto, in possesso prima del padre che le vieta ogni genere di attività, poi del marito violento e autoritario, che con gli stessi fratelli mette a rischio la sua incolumità, finendo poi, una volta fuggita coi tre verso valle, per essere il motore scatenante della resa dei conti, ma il concetto base, è che la conquista di Elsa non dipende tanto dalla volontà della donna stessa, quanto dall'esito di un duello, viene trattata come un premio, in realtà Elsa mostra uno spirito ben più ribelle e una personalità insofferente nei confronti di questi atteggiamenti, il problema è che nel west la civiltà è così arretrata che vige la legge del più forte e deve ricorrere ad altri uomini, più giusti, per così dire, per evitare di soccombere.

Parallelamente a questa tematica si sviluppa la sottotrama riguardante l'oro, ma anche quella dello scontro generazionale, Gil ed Heck cercheranno a loro modo di sottrarre l'oro, ingolositi dal malloppo, ma verranno presto scoperti da Steve che li terrà legati, fino alla resa dei conti in cui i valori dell'amicizia trionfano e i due vecchi cowboy saranno nuovamente alleati, il film tratta anche la tematica della redenzione, Gil è sempre stato fedele a Steve, il suo unico errore è stato un momento di debolezza in cui era troppo tentato dall'oro, come specifica anche in un dialogo sul finale, il conflitto a fuoco finale sarà l'occasione per la redenzione e per riacquisire la fiducia dell'amico prima dell'addio definitivo in un momento dai risvolti toccanti.

Allo stesso tempo, gli elementi crepuscolari si fanno evidenti, dallo sguardo disilluso di Steve e Gil, vecchi cowboy che hanno visto il passare di un'epoca, allo scontro generazionale con l'inesperto Heck, ma stupisce come i caratteri perdano la loro eroicità e ne prevale la componente umana, il cowboy considerato più veloce e ingiocabile ormai ha una certa età e viene fatto fuori, viene a cadere con una certa malinconia il mito dell'infallibilità, così come l'idealismo e il rigore morale del vecchio Gil, che viene a meno.

Un ottimo western crepuscolare, che si dimena tra il buddy movie, il road movie e una classicità ancora persistente, ben gestito registicamente da Peckinpah che però ancora non ha uno stile sviluppato e ben riconoscibile come vedremo qualche anno dopo.