Abbastanza bistrattato, in realtà è un film che nella sua estrema semplicità, i suoi ritmi dilatati e la bizzarria di un Bill Murray parecchio in forma, ho trovato godibile, certo manca di originalità e voglia di osare, la Coppola torna ai suoi temi più cari, ai suoi silenzi e al suo stile leggermente patinato, con delle ambientazioni spesso notturne che possono ricordare le notti insonni di "Lost in translation" e racconta effettivamente il solito amore pieno di incomunicabilità, con questa moglie sospettosa del marito che pieno di impegni di lavoro sembra trascurarla, aggiungendo progressivamente sempre più indizi che portano a pensare male, poi quando entra in gioco Bill dà parecchio brio alla vicenda, col suo personaggio bizzarro che sembra mettere zizzania tra la coppia, ma che tutto sommato vuole un mondo di bene alla figlia, con la sua parlantina che gliela fa fare sempre franca, vedasi la scena dell'inseguimento con le forze dell'ordine che li colgono in flagrante. Personaggio stesso che in passato ha tradito la moglie e consapevole delle tendenze adultere dell'uomo, che riversa anche sugli altri senza farsi troppe domande, a cui la narrazione concede diversi momenti di dialogo per divagare sulle dinamiche amorose e ataviche, insomma, la vicenda sarebbe tra moglie e marito, eppure Bill catalizza tutta l'attenzione su se stesso, con un carisma strabordante.
Per il resto è un gioco di sospetti ed incastri, tra notizie apparentemente non dette, dettagli passati in secondo piano, questo benedetto Cartier che diventa oggetto della vicenda e una vita lavorativa che diventa eccessivamente invadente nella vita dei coniugi, al punto da rimandare anche i festeggiamenti di compleanno, ho apprezzato il lieto fine che chiarisce tutta la vicenda e da una certa valenza alla componente più paranoica della pellicola.