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DISTRETTO 13: LE BRIGATE DELLA MORTE regia di John Carpenter

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stratoZ     7½ / 10  20/05/2024 13:20:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Personalmente "Assault on precinct 13" rappresenta simbolicamente l'inizio del periodo d'oro di Carpenter, che durerà una ventina d'anni e ci regalerà diverse perle spaziando tra i generi, dall'horror, alla fantascienza, al poliziesco, al puro action, contaminandoli saltuariamente in melodrammi e commedie, questo primo tassello è diventato ad oggi giustamente un piccolo cult, realizzato con due lire e fondamentalmente dalla trama essenziale, è una prova del grande talento del regista che riesce a far collimare diversi elementi del suo stile in bilico tra la pura tensione, la schiacciante angoscia dell'essere intrappolati e un'ironia di fondo tipica del suo cinema un po' più scanzonato.

La prima parte funge da semplice, ma neanche troppo corta, contestualizzazione, con una serie di trame parallele che faranno incrociare i personaggi cardine, caratterizzando poco i caratteri, alla fine relativamente stereotipati, e passando subito all'azione con già sequenze, anche abbastanza shockanti, come la scena riguardante la bambina e il gelataio, di una cattiveria enorme, quasi dilaniante, tramite una serie di sfortunate casualità, una notte che si prevedeva essere molto tranquilla, diventerà un vero e proprio gioco al massacro per il tenente Bishop e le persone accanto a lui alla stazione di polizia, tra cui due criminali scortati e tenuti in custodia proprio lì, per un'altra sfortunata coincidenza, in realtà i criminali, un po' per istinto di sopravvivenza, un po' per *****mma, si uniranno alla causa del tenente Bishop, contro l'assalto a cura dei malviventi fuori, così facendo Carpenter inserisce anche degli elementi da buddy movie e allo stesso tempo mitiga la netta differenza tra bene e male, tra polizia e crimine, non etichettando tutti a prescindere come buoni o cattivi, anche i due criminali riusciranno a redimersi aiutando nella causa il tenente e le altre persone intrappolate.

Questa seconda parte riguardante l'assalto è il cuore del film, è il momento in cui Carpenter mostra tutto il suo talento registico, aiutato da una splendida ambientazione tendenzialmente claustrofobica, con questa base di polizia quasi dismessa, senza comunicazione verso l'esterno, con poco spazio che al calar del sole vede arrivare questa banda di criminali agguerriti, creando una forte sensazione ansiogena e schiacciante, con alcune sequenze semplicemente da manuale, come la raffica di proiettili che distrugge buona parte dei vetri, tutti col silenziatore, come un'onda d'urto sovrannaturale dalla quale sembra non esserci scampo, Carpenter gioca molto anche col sonoro, il silenziatore delle pistole e la flebile speranza di essere uditi in modo che qualcuno di esterno possa chiamare i rinforzi, la colonna sonora al sinth, minimale, scritta dal regista stesso, accompagna la vicenda come un leitmotiv nefasto, ma anche i tentativi di fuga dall'edificio per cercare aiuto creano una forte tensione, anche visto cosa è successo agli altri poco prima, quest'onda di proiettili che sembra non lasciare scampo e un destino segnato di morire come topi in trappola.

Gran bel film di genere, con pochi attori, due ambientazioni e una regia di gran livello, Carpenter firma una delle sue prime perle, tesissimo e ansiogeno thriller, in bilico tra il poliziesco e il caper movie, colmo d'azione e un'ironia velata che anticipava un po' le tendenze degli anni 80, riguardarlo è sempre un piacere.