Una splendida sorpresa, l'ho trovato uno dei migliori thriller che ho visto negli ultimi anni, questo piccolo gioiello canadese, ambientato in una Montreal quasi spettrale, narra la storia di Kelly-Anne, una modella che è totalmente affascinata dalla figura di Ludovic Chevalier, un presunto killer che in quel momento è a processo per l'omicidio di tre ragazzine, che sono state torturate, menomate e squartate con annesse riprese per poi vendere i video nel dark web.
Se in una prima parte il film sembra essere il classico legal movie, con le prime sequenze quasi tutte ambientate in tribunale, tra arringhe dell'accusa e della difesa, prove, proiezioni e via dicendo, nello sviluppo della narrazione il film cambia totalmente direzione e sembra non più concentrarsi sull'esito della sentenza quanto sull'ossessione di Kelly-Anne, che assieme a Clementine, altra ragazza conosciuta lì in tribunale e una sorta di groupie di Chevalier, scenderà sempre più a fondo nella questione, mostrando anche una certa ossessione morbosa per i contenuti violenti, creati da Chevalier, arrivando ad un radicato culto della personalità nei confronti del killer, che tramite anche ad una massiccia copertura mediatica, è diventato estremamente noto, generando nella popolazione sia oppositori ma anche appunto una community di fan che farà di tutto per arrivare ai suoi contenuti e, come nel caso di Kelly-Anne, a riuscire ad attirare anche per un momento la sua attenzione. La seconda parte è una discesa nella morbosa ossessione della protagonista, ad un certo punto anche lasciata sola, dopo che Clementine non ha più retto in seguito alla visione dei video snuff di Chevalier, che si dipana tra dark web, poker online, e una meccanica routine che sembra totalmente alienarla rispetto al mondo reale. Interessante vedere pure come vi sia una sorta di desiderio nei confronti dell'oggetto proibito, in questo caso in formato digitale, che è il video mancante, quello della tortura e omicidio della terza ragazza - gli altri due erano già stati pubblicati ed erano disponibili praticamente in larga scala - video trattato come un'oggetto di collezionismo, che la protagonista farà di tutto per avere in una competitiva asta piena di utenti che cercheranno di accaparrarselo, spendendo pure parecchio, con questa ossessione crescente e una fissazione sempre più frequente verso la macabra opera di Chevalier.
La tensione è gestita molto bene, è più una tensione emotiva, che in alcuni punti mi ha anche causato qualche brividino per la tematica, il regista ci risparmia le immagini cruente, si concentra sulla psicologia, ci mostra soltanto il primo piano degli spettatori, da Kelly-Anne e il suo sguardo incuriosito quando lo guarda da sola a Clementine quasi in lacrime per il raccapricciante spettacolo, ci resta soltanto l'audio e una componente cromatica rossa che illumina il volto delle protagoniste, soltanto a suggerire la visione. Ma vi è anche una forte critica ai media, come si vede nella scena in cui Clementine chiama al programma in diretta televisiva, con l'argomento di cronaca nera diventato un pretesto per il programma di intrattenimento in un salottino abbastanza indegno in cui la televisione e l'opinione pubblica si sostituisce al tribunale e indirettamente aumenta la morbosa curiosità degli spettatori nei confronti degli eventi e della figura del killer.
Splendido a livello visivo e registico, alterna sequenze nell'aula del tribunale, con la camera che fa dei bellissimi long take che vagano apparentemente senza meta mentre gli avvocati si pronunciano, così come la fredda rappresentazione della città, quasi sempre vista in notturna e la buia camera di Kelly-Anne in cui dominano soltanto, oltre che lo skyline della città, le luci degli schermi del computer muovendosi continuamente tra dark web e videopoker.
Plante dirige un gran thriller che, oltre a mantenere una forte tensione di fondo, riesce a tratteggiare molto bene le ossessioni e la morbosa curiosità umana verso il macabro, attualizzandola nell'era di internet e del dark web, personalmente è uno dei cyber thriller più belli che mi sia capitato di vedere.