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PAST LIVES regia di Celine Song

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stratoZ     7 / 10  12/03/2024 19:37:54 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Tutto sommato un film sentimentale carino, dalla forte componente empatico/malinconica e uno stile coerente e ben visibile che accompagna una sceneggiatura semplice quanto efficace nel far trasparire i sentimenti.
Nel suo esistenzialismo sentimentale può richiamare "In the mood for love" ma anche altre opere di Wong Kar Wai, col suo narrare dell'amore come potenziale, mai sbocciato, ma dilaniante nel pensiero di ciò che sarebbe potuto essere, è una formula vecchia, quasi atavica ma tremendamente efficace, uno dei temi cardine dell'essere umano, e questa pellicola trasuda umanità, lo scorrere del tempo, il ricordo del passato, le immagini di una persona come era un tempo nei più vividi e nostalgici ricordi, la partenza - intesa come separazione - controvoglia, consapevole che quello potrebbe essere l'ultimo incontro, tirando in mezzo anche un po' di filosofia orientale al momento giusto, l'autrice è abbastanza furba da non rendere le tematiche ridondanti, è abile nel gestire i tempi e i piani d'inquadratura, lascia il giusto spazio al non detto per dare allo spettatore la possibilità di una riflessione, cattura le emozioni con i primi piani e gioca con la semantica del linguaggio, basti vedere la scena in bagno tra Nora e il marito, con quella porta a dividere lo schermo a metà, quasi appartenessero a due piani temporali diversi, o gli splendidi momenti dell'incontro tra Nora e Hae, in cui la camera si allontana, si nasconde, i personaggi arrivano addirittura ad uscire fuori campo o vengono impallati, come se l'autrice li volesse lasciare soli nella loro intimità.

Si arriva al finale col cuore pieno, è una malinconia dal sottofondo ottimista, che sa di vissuto, un po' con la speranza di vedere quel tanto agognato bacio da ventiquattro anni, un po' con quella tipica filosofia orientale che trascende il qui e ora e pone speranza per le prossime vite, allo stesso tempo c'è una forte impronta realista, con la quotidianità che prende il sopravvento, un matrimonio che non viene mai spiegato del tutto se l'amore è ricambiato, Nora dice di si, ma non mi è sembrata tanto convinta, figlio anche della green card. della comodità di dividere l'affitto e di una vita sognata in una New York che dà molte più possibilità, un dilemma efficace quanto divisivo nell'anima.

PS: menzione d'onore per la prima scena in cui vi è inserita "Hey, that's no way to say goodbye" di Leonard Cohen.