JoJo 9 / 10 28/10/2004 02:21:56 » Rispondi Quando si dice la coincidenza: nel volgere di poco tempo la (a questo punto si può tranquillamente dire fu) iper-ultra-cattolicissima Spagna ha inferto due colpi durissimi all'integralismo islamico sotto l'insegna del laicismo più puro ed intransigente. Il più violento ed esplosivo, è stato il progetto varato dal consiglio dei ministri di Zapatero sul riconoscimento delle coppie gay, l'altro, suo malgrado (?), è stato questo film. Sebbene non fosse affatto programmata, questa concomitanza forse non è totalmente casuale. Perché, parlando di questo "La Mala Educaciòn", si può giungere a conclusioni del genere? Questo film rappresenta più che crudamente tutto il peggio che l'uomo riesca ad essere, il suo lato definibile come il più bestiale. Almodòvar, forse stufo di essere frainteso dopo "Tutto su mia madre" e "Parla con lei" (film nei quali il lato passionale nel senso decisamente meno romantico del termine è stato dai più trascurato rispetto al lato emotivo-sentimentale), ha girato quest'opera pregna di cattiveria (lo stesso regista, parlando del film, ha detto che è un film dove non ci sono buoni e cattivi, ma cattivi e cattivissimi), pregna al 100% del più puro spirito almodovariano. In questo film lo spagnolo strattona per un braccio lo spettatore e letteralmente lo trascina nel tunnel più buio possibile e maledettamente senza uscita: la passione edulcorata da qualunque tipo di positività (l'amore più puro rappresentato nell'intera opera è forse quello tutt'altro che platonico e contraccambiato tra un prete pedofilo ed uno dei ragazzini del collegio in cui questi insegna) è aggressivamante disturbante, soffocante. Dal primo all'ultimo fotogramma sono presenti martellanti simboli dell'erotismo più morboso e sfrenato, di morte e decadenza: c'è un profondo gusto della purezza contaminata. Non c'è tregua, non c'è sollievo, non c'è nemmeno il più vago barlume di speranza: quando ci si alza dalla poltrona il sentimento di terribile oppressione permane, avvinghiato all'intimità del singolo individuo. Assolutamente terrificante. C'è chi ha voluto intravvedere degli attacchi alla Chiesa in questo film: se essi ci sono (ed Almodòvar non lo ha certo confermato), lo sono di riflesso. La figura del prete pedofilo nell'oppressivo istituto non è l'obiettivo simbolico di un attacco, bensì uno strumento per innescare quel turbine atomico di passione (è difatti costei l'unica, vera, invadente protagonista indiscussa del film, come sottolineato dall'ultimo fotogramma: la parola "passione" evidenziata a tutto schermo) animalesca, pulsione morbosa ovviamente omosessuale. E' infatti indubbiamente rilevante che solo due donne (nel senso biologico del termine) siano presenti nel film, e che esse siano una madre ed una nonna: l'intera sfera sessuale è monopolio esclusivo dell'uomo, che si appropria della femminilità in maniera profondamente perversa e duramente segnata sempre e comunque (ancora) dalla passione più carnale possibile. L'animo, lo spirito, sono cose che non hanno diritto di cittadinanza in questo film dove tutti, nessuno escluso, sono profondamente marci, a partire dal demonio con dal volto angelico di Garcia Bernal. Questo viaggio da incubo è di una violenza incredibile, una cosa del genere non la si vedeva dai tempi di Arancia Meccanica: l'uomo è una bestia, ed è capace di tutte le peggiori schifezze nel nome di una passione carnale che pare incompatibile con il sentimento. In questo film non ci si ama, anzi, l'amore sembra un sentimento alieno a tutti i personaggi del film: si fa sesso e basta, e tutto sembra girare esclusivamente attorno ed in funzione di questo. Perché dunque questa turbinante girandola di violenza soffocante ed opprimente finisce con l'essere un pugno allo stomaco anche per Al Qaeda e non solo per lo spettatore? Perché questo film è la dimostrazione che nello stato laico è possibile, per chi ne ha il coraggio, indagare e far vedere l'uomo nel suo lato peggiore. Almodòvar non ha paura di rappresentare al mondo una storia dove la carnalità guida alle azioni più abiette le persone portandole anche a compiere le bestialità più terribili ed addirittura all'autodistruzione, e nemmeno si fa remore nel torturare lo spettatore affogandolo in un mare sterminato di negatività senza speranza. Dunque questo film finisce suo malgrado per diventare una fortissima affermazione d'identità, un'orgogliosa esaltazione della libertà d'espressione che continua a regnare sovrana nel mondo occidentale.
Grazie Pedro.
Kater 28/10/2004 13:08:47 » Rispondi l'analisi del film è bella, nonostante io non la condivida del tutto, ma la cosa che più mi incuriosisce è l'ultimo periodo. Al di là della libertà di espressione, pensi che il nostro modo (vediamola pure come la nostra libertà) di mostrare l'uomo nel modo più abietto sia a nostro favore piuttosto che a nostro discapito agli occhi dell'Islam?
JoJo 28/10/2004 15:33:54 » Rispondi Questo film è la dimostrazione che la nostra civiltà è capace di andare a guardare nei più reconditi recessi dell'animo umano, di riuscire ad accettare senza vergognarsi che l'uomo può essere anche questo (nel film non c'è nemmeno la più pallida ombra di qualsivoglia moralismo di sorta). Questo, nelle società a forte connotazione religiosa (ovviamente non posso parlare di TUTTE le religioni, giacché non le conosco, ma sicuramente quella islamica rientra nel novero), è uno dei tabù che vengono rispettati col più sacro dei terrori. Già la carnalità passionale dell'uomo viene fortemente repressa, ma un discorso come quello portato avanti da Almodòvar non è nemmeno lontanamente concepibile in ambienti del genere. La "bestia", se così vogliamo chiamarla, si cerca disperatamente (ed inutilmente) di blindarla nei più profondi recessi della coscienza perché non la si comprende e dunque se ne ha paura. Almodòvar ha dato prova di non avere paura a guardare nello schifoso pozzo nero che tutti noi ci portiamo dentro e lo è riuscito a descrivere benissimo. Più che essere a favore o contro agli occhi dell'Islam, analogamente al fortissimo gesto politico di Zapatero questo film è a NOSTRO favore ai nostri occhi: rimarca la nostra identità in maniera molto più efficace di qualunque cosa abbia fatto Bush. Noi abbiamo il coraggio di affrontare i temi più scabrosi, siamo in grado di riconoscere ufficialmente una sessualità diversa da quella etero, abbiamo la forza di mostrare orgogliosamente come un vanto ciò che bin Laden odia di più, e di cui soprattutto ha più paura. Questa guerra globale non la si vince con le bombe, la si vince sul campo culturale. E da quel punto di vista, questo film ha il potere deflagrante di una bomba atomica. Sinceramente sono rimasto molto sorpreso che qui in Italia, come in altre parti del mondo, non sia scoppiato un putiferio all'uscita di questo film: o non è stato affatto capito, oppure la società italiana ha dato una prova di maturità insospettata. Presumo, al solito, che la verità rispecchi più la prima ipotesi che la seconda.
Kater 28/10/2004 16:44:13 » Rispondi Questa guerra si vincerebbe sul piano culturale se qualcuno ci credesse. Scusami ma di questi tempi il vero coraggio sarebbe fare un film che invece mettesse in campo quelle che sono le 'qualità' dell'uomo, senza essere sentimentale o risibile, riuscendo a mostrare ancora la poesia che è in noi senza essere melodrammatici. Non ho visto del coraggio in Almodovar, magari tu l'hai visto così, ma non ritengo un grande gesto costruire la storia che lui costruisce. Comunque non voglio entrare nel merito dell'interpretazione del film; parliamo della percezione. Mostra cattivi e cattivissimi e tutto quello che segue, va bene, ma tu pensi che questo possa essere percepito come una 'conquista culturale' quando alle 3 del pomeriggio trovi la pubblicità che ammicca a rapporti carnali omosessuali? tutto questa grande libertà ci si ritorce contro e diventa la dimostrazione della nostra superficialità. Prendiamo in prestito Gandhi per la pubblicità della Telecom, lasciamo che i nostri ex Presidenti della Camera conducano programmi cretini come bisturi senza nemmeno battere ciglio, perchè non crediamo più nei ruoli istituzionali, ci lasciano guardare report in prima serata perchè si sa benissimo che il giorno dopo abbiamo già dimenticato lo schifo del giorno prima...preferirei che la nostra identità non venisse dimostrata attraverso la libertà di mostrare quanto siamo brutti, lo so di già; preferirei venisse mostrata attraverso la profondità di sentimenti buoni e forti che la nostra cultura è riuscita a creare perchè civile.
JoJo 28/10/2004 20:11:15 » Rispondi Questa guerra si vincerebbe sul piano culturale se qualcuno ci credesse. ------
Una sfiducia totale nelle capacità delle masse.
------ [...] Mostra cattivi e cattivissimi e tutto quello che segue, va bene, ma tu pensi che questo possa essere percepito come una 'conquista culturale' quando alle 3 del pomeriggio trovi la pubblicità che ammicca a rapporti carnali omosessuali? tutto questa grande libertà ci si ritorce contro e diventa la dimostrazione della nostra superficialità. Prendiamo in prestito Gandhi per la pubblicità della Telecom, lasciamo che i nostri ex Presidenti della Camera conducano programmi cretini come bisturi senza nemmeno battere ciglio, perchè non crediamo più nei ruoli istituzionali, ci lasciano guardare report in prima serata perchè si sa benissimo che il giorno dopo abbiamo già dimenticato lo schifo del giorno prima... ------
Una bacchettata moralista contro la decadente società occidentale.
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preferirei che la nostra identità non venisse dimostrata attraverso la libertà di mostrare quanto siamo brutti, lo so di già; preferirei venisse mostrata attraverso la profondità di sentimenti buoni e forti che la nostra cultura è riuscita a creare perchè civile.
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Un'invocazione del ritorno ad una rinnovata etica morale nell'arte e quindi nella società (o se preferisci il viceversa).
Devo dire che ricalchi alla perfezione le posizioni della tanto esecrata Chiesa.
Rispondendo in breve... Almodòvar voleva essenzialmente fare un film che rappresentasse sino in fondo la sua vena artistica: il resto sono effetti collaterali. Almodòvar non ha mai dimostrato l'intenzione di fare un film come quello che vorresti vedere tu. Almodòvar ha avuto la grande capacità di guardare nell'intimità dell'uomo accettando dunque che le persone siano anche così. Almodòvar non esalta l'uomo in tal veste, ma nemmeno lo condanna come sarebbe troppo facile fare: si limita ad una cruda descrizione. Il resto temo d'averlo già detto: "La mala educaciòn" riafferma il concetto che nel campo del libero esprimersi noi può, loro no... però pure loro, anche se probabilmente non lo confesseranno mai nemmeno a loro stessi, vorrebbero: quella è la falla.
Kater 29/10/2004 13:36:02 » Rispondi Rispondendo in breve...(ti ringrazio, perchè di solito sei prolisso come non mai!)
Almodòvar voleva essenzialmente fare un film che rappresentasse sino in fondo la sua vena artistica: il resto sono effetti collaterali.
Da quando il regista spagnolo ti ha fatto suo portavoce? a proposito: -Almodòvar, forse stufo di essere frainteso dopo "Tutto su mia madre" e "Parla con lei" (film nei quali il lato passionale nel senso decisamente meno romantico del termine è stato dai più trascurato rispetto al lato emotivo-sentimentale) - Questo te lo ha detto al telefono l'altra sera?
Almodòvar non ha mai dimostrato l'intenzione di fare un film come quello che vorresti vedere tu.
IO? Ma io non voglio vedere niente! Io di questo film ho scritto, e non in questo contesto, che Almodovar ha puntato molto sulla costruzione di una storia noir. Più sopra ho scritto: non entriamo in merito all'interpretazione del film, parliamo di come può essere percepito. Ho detto che non vedo il coraggio di cui TU PARLI, non che vorrei che Almodovar facesse un film alla Capra.
Almodòvar ha avuto la grande capacità di guardare nell'intimità dell'uomo accettando dunque che le persone siano anche così.
Benissimo, sono d'accordo, con il concetto s'intende.
Almodòvar non esalta l'uomo in tal veste, ma nemmeno lo condanna come sarebbe troppo facile fare: si limita ad una cruda descrizione.
Benissimo, ma non trovo che Almodovar descriva l'Uomo. Ti sei identificato? Io no! Quindi non generalizziamo. Tu parli di descrizione, ma di chi!? la tua forse. Non mi sento descritta in questo film e non perchè non sarebbe edificante, ma semplicemente perchè non mi riconosco.
I TUOI COMMENTINI: ------- Una sfiducia totale nelle capacità delle masse. ------- Spero che non sia una critica, perchè fatta da te...TI CITO: Sinceramente sono rimasto molto sorpreso che qui in Italia, come in altre parti del mondo, non sia scoppiato un putiferio all'uscita di questo film: o non è stato affatto capito, oppure la società italiana ha dato una prova di maturità insospettata. Presumo, al solito, che la verità rispecchi più la prima ipotesi che la seconda. (no comment) ------- Una bacchettata moralista contro la decadente società occidentale. ------- La chiamerei una osservazione oggettiva. Gli esempi che ti porto sono presi dalla realtà. Ritengo di vivere in una società estremamente superficiale; 'si conosce il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna' (ho preso spunto da Wilde, lui la riferiva ai cinici). In generale facciamo fatica a fare delle distinzioni, perchè siamo bombardati da messaggi spesso contradditori a cui diamo valori paritetici. Liberissimo di pensare in altro modo, ci mancherebbe! ----- Un'invocazione del ritorno ad una rinnovata etica morale nell'arte e quindi nella società (o se preferisci il viceversa). Devo dire che ricalchi alla perfezione le posizioni della tanto esecrata Chiesa. civile. ----- Quella frase era in risposta a questa tua affermazione: Almodòvar non ha paura di rappresentare al mondo una storia dove la carnalità guida alle azioni più abiette le persone portandole anche a compiere le bestialità più terribili ed addirittura all'autodistruzione, e nemmeno si fa remore nel torturare lo spettatore affogandolo in un mare sterminato di negatività senza speranza. Dunque questo film finisce suo malgrado per diventare una fortissima affermazione d'identità, un'orgogliosa esaltazione della libertà d'espressione che continua a regnare sovrana nel mondo occidentale.
E uno squillo di tromba non ce lo mettiamo!? Hai maggiorato il voto a questo film per il motivo di cui sopra; non sono d'accordo con te ma non per un improvviso attacco di bacchettonite ma perchè trovo la tua affermazione esagerata e pomposa. Non trovo che questo film finisca suo malgrado ecc... Parlando di libertà di espressione sono più propensa a fare altri esempi. Punto. La Chiesa non l'ho esecrata io, mi confondi con qualcun'altro/a. Io semplicemente non sono cattolica e non mi sembra di aver mai espresso un giudizio verso la Chiesa Romana, cattolica e apostolica, in questo forum.
OK. Quando abbandonerai la sterile polemica in favore del dialogo magari ci incontreremo di nuovo. Spero che questo accada prima del compimento dei miei 124 anni, età che mi sono prefissa di raggiungere, come ogni rompic.oglioni che si rispetti. Siccome anche per te prevedo in questo senso longevità, ti aspetto. Orvuar.
valeriap 29/10/2004 14:24:27 » Rispondi non dovevi rispondere in breve?
Kater 29/10/2004 15:11:59 » Rispondi non io, lui quando mi ha risposto. Era una ripresa...
JoJo 29/10/2004 17:13:25 » Rispondi Già molto se arriverò ai 40.
Kater 29/10/2004 17:48:48 » Rispondi Ma no dai, non dire così! Guarda che più sei spaccab.alle più campi, è una legge della natura. Sei coperto anche riguardo incidenti e calamità naturali, in questo caso al massimo ti rompi un braccio o ti va a fuoco un lembo della giacca, tutto lì.
JoJo 29/10/2004 19:24:38 » Rispondi A) Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno (prov.) B) Infatti io non sono uno spaccaballe C) Esiste sempre l'eccezione che conferma la regola (prov.) D) Se una cosa può andare male, lo farà (cit.) E) Infatti io non ho studiato legge (cit.) F) 42 (cit. con rif. 21x2)
Scegli tu.
P.S: lotito mi becchi pure la cit. nella E?
Lot 30/10/2004 12:10:19 » Rispondi avvocato del diavolo?
sciafah 02/11/2004 09:41:51 » Rispondi Era: "se una cosa può andare male... andrà peggio" (le leggi di Murphy, non so se scriva così). Vlad, stavolta penso di esserci riuscita!!!
JoJo 28/10/2004 02:24:08 » Rispondi P.S.: forse non è corretto farlo, ma ho messo un voto in più per il contesto storico-sociale all'interno del quale s'inserisce l'uscita di questo film.
Lot 28/10/2004 07:45:53 » Rispondi Penso sia corretto, visto che il film E' stato girato in questo contesto, probabilmente ne ha attintotemi e sensazioni, altrimenti non avrei dato 9 a "Il laureato" e ad altri film fortemente storicizzati.
vale80 28/10/2004 11:51:17 » Rispondi Bella quest'analisi, davvero. Eppure non credo che i personaggi siano totalmente anaffettivi e senza sentimenti. Io credo sia piuttosto una degenerazione di sentimenti che sprofondano nelle azioni più bieche. La scena più cruda del film, almeno per me, è quella in cui il regista sodomizza Bernal in un atto quasi di punizione per averlo ingannato, che è odio, ma è anche amore per il compagno di scuola perduto molti anni prima. Il prete è un uomo basso, senza dignità, preda di se stesso, delle sue perversioni, di istinti ingovernabili, ma non maligno, piuttosto malato. Il fatto che sia un prete e che poi si sposi possono essere letti come tentativi attraverso cui il personaggio cerca di sublimare ciò che è in lui profondamente distorto e inaccettabile. Questa è una mia interpretazione, Almodovar non approfondisce. Postilla: Se non l'hai già visto ti consiglio di vederti happinness di Todd Solondz...poi fammi sapere ciao ciao
sb6r 28/10/2004 12:48:38 » Rispondi Non so se ne sei al corrente, però quando parli approfonditamente della trama di un film, conviene usare la parola SPOILER, così le persone che non l'hanno visto sono avvertite che il commento contiene delle rivelazioni sul film e possono evitare di leggere per non rovinarsi la sorpresa.
vlad 28/10/2004 13:04:31 » Rispondi come faccio sempre io...
sciafah 28/10/2004 14:05:56 » Rispondi Carissimo, vlad, ha ricevuto la mia mail? Fammi sapere, se non te la mando con un sistema diverso. Scusami. Baci
vlad 28/10/2004 14:43:42 » Rispondi macché! senti, ma un piccione come lo vedi? Dai, scherzo....rimango in ascolto.
vale80 28/10/2004 13:51:03 » Rispondi mi scuso anche se non credo di aver rivelato nulla di cruciale...farò attenzione la prossima volta
sb6r 28/10/2004 13:52:25 » Rispondi No tranquilla, non era certo un rimprovero il mio.
JoJo 28/10/2004 14:53:12 » Rispondi Solo una velata minaccia di morte.
Almodòvar non approfondisce perché un'azione del genere lo spingerebbe a dare un giudizio sulla storia che narra, e la cosa esula totalmente dagli obiettivi che probabilmente s'è posto girando questo film. L'amore in questo film si traduce in sodomia e carnalità: sin da principio la relazione tra Ignacio ed Enrico sfocia nella vicendevole masturbazione al cinema. Il sentimento non esiste, esiste solo pulsione sessuale ed amore della corruzione: Enrico sodomizza Angel indubbiamente per punirlo perché gli ha mentito, ma anche per la sua (millantata) eterosessualità. Il rapporto è violento e scarno di sentimento: è cattiveria ed odio quello che traspare dal volto di Enrico, che sembra godere più per la sensazione di dominio sul partner eterosessuale che per l'inganno da questi protratto. O almeno io l'ho interpretata così. L'omo-pedofilia del prete (triplicemente peccatore) sembra l'amore per la distruzione della purezza: la sua attrazione sia per Juan che per il piccolo Ignacio nasce dalla loro innocenza più o meno apparente, facendogli incarnare l'estremizzazione massima dell'edonismo decadente (in questo mi ha rievocato "Il ritratto di Dorian Gray" di Wilde). Anche se non sono riuscito ancora a capirne il perché, non può essere un caso che questi rispunti fuori verso la fine del film malato (m'è venuto in mente, non so perché, il pedofilo di cui cantavano i Jethro Tull in "Aqualung"). Sentimento? Io non sono riuscito a vedere qualcosa che travalichi l'egoismo e l'appagamento carnale, nemmeno nella relazione tra Enrico ed Ignacio: sono piacere e passione (sempre nell'accezione più prosaica possibile del termine) quello che li lega, più che l'affetto. Boh... questa, ovviamente, è la mia opinione.
P.S.: cercherò di vedere "Happiness"... nel frattempo vado a chiedere allo staff (cioè a lotito) di fare la scheda del film.