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CORN ISLAND regia di George Ovashvili

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  09/03/2017 10:41:40 » Rispondi
Un vecchio agricoltore e la nipote poco più che bambina si installano in un piccolo isolotto temporaneo creato dal ritirarsi delle acque del fiume Inguri. Il terreno fertilissimo è molto adatto per la semina ed il raccolto del granturco, per questo motivo costruiscono una capanna dove trovare riparo e lavorano il terreno al fine di ottenere un buon raccolto in vista del seguente inverno. L' intesa silente ma tutt'altro che distaccata tra i due comincia a vacillare quando un uomo ferito viene ritrovato nel campo.
Il territorio è quello posto al confine tra Georgia e Abkhazia, teatro di sanguinosi scontri tra le due fazioni. Il pericolo è sottolineato dal continuo andirivieni di motovedette militari, i cui occupanti però non sembrano arrecare troppi fastidi alla ragazza e al nonno.
Il senso di minaccia tuttavia cala sulla storia come un velo oscuro sempre più soffocante; più che la presenza dei soldati è quella della natura, da sempre capricciosa, a mettere pressione e ad alimentare inquietudini. Indifferente al destino degli uomini è l'insindacabile giudice delle vite dei contadini (e non solo) speranzosi di ingraziarsela in ogni modo.
Quello del georgiano Ovashvili è un film basato sui contrasti: quello tra uomo e natura e tra uomini in guerra, ma anche generazionale, con l'esperienza di chi ne ha viste di ogni opposta al normale sviluppo di una ragazza alle soglie della maturità adolescenziale, curiosa e vivace come è giusto che sia.
Film prettamente festivaliero con i suoi tempi dilatati, la colonna sonora minimale e la quasi totale assenza di dialoghi, "Corn Island" vive di gesti e immagini perfettamente immortalate da una fotografia capace di far suoi i colori di un mondo caucasico scandito da abbaglianti giornate di sole alternate a grigiori inauditi e temporali di rara violenza.
Resta qualche perplessità riguardo una precisa scelta di sceneggiatura (vedi spoiler). Non dando troppo peso alla cosa si può tuttavia godere di un film lento ma intenso, in cui il ciclo della vita segue quello delle stagioni come nei tempi più lontani, quando l'uomo si assoggettava alla natura cercando di coglierne i suoi doni, possibilmente evitandone le terribili e imprevedibili bizze.

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