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INTERSTELLAR regia di Christopher Nolan

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Paniko23     6½ / 10  12/11/2014 20:28:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Recensione da Lungoibordi http://www.lungoibordi.it/interstellar/

Mettiamola così: Nolan aspira a diventare Kubrick (gli piacerebbe) come Sorrentino aspira ad essere Fellini (e, anche qui, gli piacerebbe). Aggiungiamo anche che quando lo stesso Christopher Nolan ha paragonato questo suo ultimo lavoro a 2001: Odissea nello spazio abbiamo tutti pensato avesse pisciato fuori dal vaso. Innanzitutto perché 2001 è considerato uno dei primi cinque capolavori assoluti della storia del cinema. Poi perché paragonarsi a Kubrick, diciamocelo, è sempre una cosa di cattivissimo gusto. Interstellar era forse il film più atteso dell'anno e, visto che negli ultimi tempi il mondo della cinefilia sembra essersi diviso tra coloro a cui Nolan piace e coloro a cui fa ******, metto le mani avanti e vi dico subito come la penso. Sarò sincero. A me Christopher Nolan piace e pure parecchio, per tutta una serie di motivi che rischierebbero di rendere questa recensione infinitamente lunga. Mi limito quindi a dire che, gusti soggettivi a parte, indubbiamente stiamo parlando di un professionista che sa come intrattenere il suo pubblico e tenerlo incollato alla poltrona per due o tre orette buone. Se parliamo di cinema di intrattenimento, è innegabile che Nolan sia attualmente tra i migliori registi sulla piazza. I suoi punti di forza? Fondamentalmente l'abilità e la furbizia che ha sempre dimostrato in fase di post-produzione (come lavora lui col montaggio e, soprattutto, col montaggio sonoro ad Hollywood ce ne sono pochi). In poche parole, Nolan è uno che dirige tutto sommato bene (di questo ne parleremo più nel dettaglio tra poco) ma che soprattutto sa come e quanto scremare le pellicole con cui lavora. Se è vero che i suoi lavori difficilmente vanno sotto le due ore di durata, è anche vero che tutto ciò che mostra al pubblico risulta sempre indispensabile per la comprensione del film stesso, senza che vengano mostrate scene inutili. Detto questo, mi sento di dire che conosco abbastanza bene Nolan da aver capito quali siano i suoi pregi e quali i suoi (innumerevoli) limiti che gli impediscono di essere considerato, almeno a mio avviso, un maestro del cinema. Innanzitutto (e questo è il primo enorme tallone d'Achille del regista inglese) nei film di Nolan di "artistico", in senso lato, c'è poco o nulla. E mi riferisco a tutti quegli aspetti in base ai quali una pellicola andrebbe giudicata: sceneggiatura, inquadrature, montaggio, recitazione, fotografia e via dicendo. Dal lato tecnico, che i suoi lungometraggi denotino una regia eccessivamente fredda è cosa risaputa. Aggiungiamoci che Nolan è uno che il senso estetico non sa manco dove stia di casa. La resa fotografica dei suoi film o è piattissima o più in generale fa schifo. I personaggi femminili sono visivamente scialbi e in alcuni casi pure poco curati (resterà nella storia il make up orribile di Marion Cotillard ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno). I colori, poi, per Nolan fondamentalmente non esistono, o perlopiù si limitano a un'accozzaglia di nero, grigio e blu scuro, che hanno lo scopo di rendere le atmosfere cupe perché così è più "fico". E anche volendo evitare di addentrarci troppo nei meriti della tecnica cinematografica, bisogna dire che la filmografia di Nolan è sempre stata fondamentalmente esente da particolari guizzi di regia, eccetto i soliti flashback/spiegoni finali che indirizzano lo spettatore verso l'inflazionatissimo giochetto del "Aaaahhhhhhhmmm, aaaadeeeessoooo hooo caapiiitooo tutta la trama del film!" o i cliffhanger piuttosto banalotti e in certi casi pure abbastanza inutili (vedi la trottola di Inception). A tal proposito, aggiungiamoci pure che il regista in questione è uno che si prende sempre un po' troppo sul serio (ma talmente tanto da ritenere plausibile che un tizio vestito da pipistrello combatta il crimine in un tanto decantato contesto "realistico") e che difficilmente si mostra ironico o divertente (non che a Nolan stesso gliene freghi qualcosa di risultare simpatico, però sorbirsi tre ore di film senza neanche sorridere mezza volta eccheppalle!). Nolan, in poche parole, più che un esperto regista mi è sempre sembrato un creatore di videogames, uno a cui piace articolare (e incasinare) i copioni dei suoi film manco fossero capitoli di Final Fantasy (delle volte per capire a fondo un suo script bisogna rivedersi il film almeno una volta e, francamente, questo è un modo di fare cinema che detesto e trovo scorretto). È, indubbiamente, un astutissimo produttore. Nel senso che si comporta da produttore anche quando si trova a fare il regista, riuscendo a inserire nei suoi lavori sia marchi pubblicitari in maniera più o meno celata (impossibile non citare l'esempio del Fernet Branca) sia battutacce qualunquiste che manco Beppe Grillo (vedi, sempre ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno, la sparata di Bane sul mondo della finanza "Se non ci sono soldi da rubare, allora perché voi siete qui in una borsa valori?"). Bene. Con Interstellar ci aspettavamo tutti da Nolan un notevole balzo in avanti rispetto ai precedenti lavori, sia in termini di contenuti che di forma. Da un lato perché stiamo parlando di un regista che, nonostante le lacune di cui sopra, ha sicuramente del grande talento. Dall'altro perché, dopo la lunghissima parentesi della saga di Batman, è ragionevole aspettarsi che un regista del calibro di Nolan voglia dimostrare di saper masticare una materia più "alta" rispetto a semplici film di supereroi. Dunque. Interstellar è un film di supereroi? No. Anzi sì. Per capirci, il plot di base è questo: in un mondo devastato da una piaga che sta distruggendo ogni forma di sostentamento per l'uomo, Cooper è un ex-ingegnere costretto da anni a lavorare controvoglia come contadino. Finisce per caso in uno stabilimento segreto della NASA, dove alcuni ingegneri ed esperti scienziati vedono in lui la speranza di salvezza per la razza umana e gli affidano così, abbastanza sulla fiducia, il comando di una missione volta alla ricerca di nuovi pianeti abitabili. Al nostro eroe non servono addestramenti di sorta e non serve nemmeno che si sgranchisca le ossa coi comandi di bordo di uno shuttle. Pilotare un'astronave a quanto pare è un po' come andare in bicicletta: se sapevi farlo fino a dieci anni fa sai farlo benissimo anche adesso. Sceglie quindi di compiere un viaggio, quasi certamente di sola andata, per tentare di "salvare la razza umana" (testuali parole affidate al personaggio di Michael Caine). Ora, diciamolo subito per non creare equivoci: Interstellar è molto diverso dai soliti film di Nolan. È più legato alla spiritualità e alla sfera affettiva piuttosto che alla razionalità o all'etica. Non è il solito regista freddo e calcolatore che dirige film confezionati quasi appositamente per nerd. Interstellar, in altre parole, si rivolge a una fascia di pubblico ben diversa. Se parliamo di regia in senso lato, il salto di qualità rispetto ai precedenti lavori del regista inglese è enorme, e lo si intuisce già dai primissimi fotogrammi. Le inquadrature hanno una forza visiva che francamente ricorda molto quella dei grandi capolavori del cinema. Il tutto accompagnato da una colonna sonora che, a mio parere, è la nota più positiva di quest'opera. Le musiche di Hans Zimmer sono fiche (e fin qui nulla di strano) con l'aggiunta che questa volta non risultano ripetitive fino allo sfinimento e, soprattutto, l'utilizzo che ne fa Nolan in fase di montaggio è P-A-Z-Z-E-S-C-O (in questo sì, Interstellar è molto simile al capolavoro di Kubrick). È ben interpretato, anche se non si riscontrano performance attoriali strabilianti. Matthew McConaughey (sì, Nolan è molto abile a scegliersi attori sulla cresta dell'onda) è indubbiamente bravo, ma non è neanche lontanamente paragonabile a quello di Dallas Buyers Club. Certo, stiamo parlando di un attore che (a differenza del nostro povero e amatissimo Di Caprio) ha una presenza scenica paurosa. Bene poi il resto del cast, tra cui, a mio parere, spicca Jessica Chastain (il personaggio femminile più ben scritto dell'intera filmografia di Nolan). Andiamo con le note negative. Parto da quello che è indubbiamente il primo enorme limite di questo film: gli spiegoni. Praticamente Interstellar è strutturato in modo tale che ogni dieci minuti lo spettatore debba assistere a un brainstorming tra i protagonisti intenti a discutere sulle più disparate e incomprensibili teorie della fisica. E ok, potrete dire che l'intento del regista fosse quello di articolare la trama su un terreno che fosse il più realistico possibile, preferendo aggrapparsi a leggi oggettive della fisica piuttosto che sfociare nella fantascienza più astrusa. Domanda: e chi se ne frega? Ma soprattutto: c'era davvero bisogno di ricorrere a delle spiegazioni così noiose e intricate? (Nolan, lo sappiamo, non è uno che conosce il concetto di semplicità). Non mi vergogno a dirlo: a tratti non ci ho capito davvero un ***** di questo film. Ed era una cosa che, ad essere sincero, temevo ancor prima di entrare in sala. Perché, ripeto, Nolan lo conosco e so benissimo che non è uno in grado di trasmettere un concetto per immagini, quanto piuttosto uno che adora sentire i propri personaggi blaterare per ore su robe pallosissime da nerd. C'è un'unica scena in cui viene fatto ricorso al visivo più che al parlato per spiegare l'ennesima legge scientifica, permettendo al protagonista, e quindi allo spettatore, di capire il funzionamento dei viaggi interstellari non per mezzo dei soliti discorsi scassa***** (o per lo meno non solo) ma letteralmente con l'ausilio di carta e penna in modo da far arrivare il concetto anche a gente, come me, a cui di teorie della fisica non può fregar di meno. Male poi lo sviluppo della trama nel complesso. E non mi riferisco tanto ai soliti buchi di sceneggiatura nolaniani (non li elenco perché sono troppi ma chi ha visto il film sa a cosa mi riferisco), quanto al fatto che troppo spesso si ha la percezione di una sceneggiatura tirata per le lunghe. Per farla breve, la parte centrale è trooooooooppoooooooo leeeeeeeeentaaaaaaa e soporifera. E lo so che è una cosa bruttissima da dire, ma complessivamente dura troppo. E credetemi se vi dico che qualche settimana fa mi sono sorbito quel pappone de Il regno d'inverno (tre ore e venti filate di film senza intervallo) e mi ha pesato infinitamente meno rispetto ad Interstellar. La fotografia è sempre scialbissima, ok, ma un po' meno del solito (ma qui il merito è di Hoyte Van Hoytema che aveva già fatto un lavoro eccellente con Her). E, finalmente, allo spettatore è dato modo di osservare una gamma di colori che non si limiti più al nero e al grigio scuro. In conclusione? Stiamo parlando indubbiamente di un film avvincente e soprattutto diretto con maestria. Ciò che francamente mi ha spiazzato è la brusca deviata dalla fisica più teorica alla spiritualità sentimentale. E il tentativo di conciliare le due componenti. Il cambio è destabilizzante. Io l'ho digerito poco. Magari a voi farà un effetto diverso. Però, ve lo chiedo per favore. Non provateci nemmeno a paragonarlo a Gravity. Meno che mai a 2001: Odissea nello spazio.
peter-ray  13/11/2014 13:10:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma a dire il vero riguardo agli "spiegoni" la vedo un po' al contrario. Va troppo per semplificazioni e assiomi, e poi le battute date a McConaughey lo fanno sembrare uno scolaretto al primo anno di liceo che chiede spiegazioni ai professori, eppure va a pilotare navi spaziali facendo manovre alla Top Gun nello spazio!!

Allora sono d'accordo sul fatto di non mettercele proprio tante cose, perché se non altro lo spettatore che non è un Nobel della fisica, ma uno che mangia pop corn al cinema, da per scontato che certe cose almeno loro le sappiano già, quindi inutile tentare di entrare così tanto nel dettaglio a discapito di un ritmo che poi risulta inutilmente verboso, col rischio di sparare strafalcioni scientifici a casaccio come altri hanno fatto già notare.

A questo punto erano molto meglio gli spiegoni di Apollo 13. Avevano molto più senso senso vista la criticità e gli imprevisti che dovevano gestire sul momento (al di là degli errori scientifici che immagino ci saranno anche li)

Per me invece la parte più noiosa è quella sulla Terra.
oltre 40 minuti in cui non si è data profondità a nessun discorso per poi vederli in 5 minuti già su una cavolo di astronave a caccia di pianeti abitabili. (ma un minimo di preparativi, simulatore no?) ed è già qui che diventa poco credibile il tutto.
scantia  12/11/2014 21:09:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"il regista in questione è uno che si prende sempre un po' troppo sul serio (ma talmente tanto da ritenere plausibile che un tizio vestito da pipistrello combatta il crimine in un tanto decantato contesto "realistico")"
questa mi è piaciuta tantissimo, è in poche parole tutta la differenza tra Burton e Nolan (e il perché su Batman il primo ha fatto capolavori e il secondo no).
Niko.g  12/11/2014 21:35:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oooh vedi che su qualcosa andiamo d'accordo...
scantia  14/11/2014 01:26:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
naaaaaaa.....
Vlad Utosh  13/11/2014 00:53:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La recensione è tua o è un copia incolla dal sito che hai linkato?
Paniko23  13/11/2014 10:31:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mia
peter-ray  13/11/2014 13:18:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' un copia e incolla di te stesso ;)
Paniko23  13/11/2014 13:29:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
esatto :)
Manticora  13/11/2014 18:35:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Paniko sinceramente si vede che di fotografia capisci poco, la sostituzione con Wally Pfifer direttore della fotografia "storico " di Nolan non è certo stata rimpiazzata con un tecnico qualsiasi, il direttore svedese ha saputo dare i giusti toni alla pellicola, il calore del mondo sotto i raggi di un sole inclemente, l'oscurità delle tempeste di sabbia, e soprattutto il buio, alternato alla luce artificiale degli ambienti della navetta spaziale, senza contare quelli dei tre pianeti alieni, parlate, ma soprattutto criticate qualcosa che conoscete, perchè sinceramente quà le critiche ad interstellar devo dire sono comiche fino ad ora, quella sugli spiegoni è esilarante... dai sù!

Paniko23  14/11/2014 01:44:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho scritto che in Interstellar rappresenta un passo in avanti rispetto agli ultimi lavori da un punto di vista fotografico. Detto questo, se un film in cui non viene mai mostrato un minimo di luce, con una fotografia che più che esibire colori caldi pare le sia stato applicato l'abusatissimo filtro Loma (l'effetto Instagram, per intenderci) viene considerato bello dal punto di vista fotografico, allora boh.
Gli spiegoni? Io parto da un presupposto: il cinema deve comunicare tramite le immagini, non attraverso ore ed ore di dialoghi. Se per farmi arrivare un concetto hai necessariamente bisogno di farlo spiegare dai tuoi protagonisti, significa che non stai facendo cinema, ma qualcos'altro. E questo è, a tutti gli effetti, il primo enorme limite di Nolan. E con Interstellar questo suo difetto è stato messo sotto la lente di ingrandimento
Manticora  14/11/2014 10:13:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gli spiegoni servono, soprattutto al pubblico generalista, che si ingozza di popcorn, personalmente la fotografia mi sembra ottima, poi sinceramente non lo vedo come un limite, le immagini comunicano di loro, e comunque non ci sono ore e ore di dialoghi, io penso che come al solito, anche sul web si critichi giocoforza Nolan non nel metodo, ma nel MODO, perchè ha fatto interstellar così,e non così, ora ri svelerò una cosa che ho scoperto per caso, LA SCENEGGIATURA DI INTERSTELLAR INIZIALMENTE ERA STATA OPZIONATA DA STEVEN SPIELBERG. Dopo avervi rinunciato il regista di Cincinnati è subentrato Nolan assieme al fratello, che ha riscritto in gran parte il soggetto, E LEGGENDO QUELLO INIZIALE NE AVEVA BEN DONDE. Intendiamoci non era malvagio, ma coma al al solito il cinema di Spielberg dà ormai (ma l'ha sempre fatto) luogo alle classiche semplificazioni tipiche del suo cinema. Ci sono dei cattivi e dei buoni, nel caso di Interstellar i cattivi sarebbero stati i cinesi,che coadiuvavano i robot modello Tars, che alla fine diventavano praticamente autocoscienti, mettendo in pericolo gli esseri umani, senza dimenticare GLI ALIENI, affascinanti si, ma in questo caso presenti, come al solito nello stile di Spielberg.
Ecco io penso che invece la sceneggiatura nolaniana rivista e corretta sia più umana, meno scontata, ma soprattutto rappresenti quello che Nolan stesso ha detto, la storia di un padre che vuole salvare i propi figli e tornare a casa a rivederli, un ultima volta.
Paniko23  14/11/2014 12:16:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perdonami, ma dal "Paniko di fotografia non ne capisci nulla" a "la fotografia MI SEMBRA ottima" ce ne passa di acqua sotto i ponti. Detto questo, per me i capolavori sono ben altri. Per me un capolavoro, per fare un esempio a caso, è Gravity, un film che non ha bisogno di spiegare nulla tramite dialoghi ma sono le immagini che dettano il vero messaggio del film.
Il fatto che la sceneggiatura iniziale fosse stata affidata a Spielberg per me non cambia le carte in tavola: in Interstellar ci sono davvero troppe cose che non quadrano.
E a proposito degli spiegoni, onestamente a tratti sto film pareva un documentario sui bunchi neri. Da questo punto di vista, Interstellar (e in generale Nolan) è l'anti-cinema
peter-ray  19/11/2014 13:20:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sembra si vada da un eccesso all'altro.
Gravity non l'ho ancora visto, ma viste le recensioni che me l'hanno descritto come una giostra infinità di due ore e rotte dove si vede questa che volteggia nel vuoto il discorso "che OO" mi ha fatto rinunciare in partenza.

Se uno va al cinema solo per la fotografia, effetti speciali e altro Ok, è una sua scelta, ma per me invece molto più importante che si ben costruita e narrata un storia (merce rara di questi tempi) facendo magari anche ricorso alla sospensione dell'incredulità (come nel caso di questo film)

Pensa a quanti film sono rimasti nella storia per una battuta o per un monologo da antologia

Per farti qualche esempio:

1. Taxi Driver (Stai parlando con me?)

2. Il Padrino (Gli farò un'offerta che non potrà rifiutare)

3. Blade Runner (Ne ho viste cose che voi umani...)

4. L'Attimo fuggente (Cape Diem, cogliete l'attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita)

5. Quinto Potere (Sono incaz*ato nero e tutto questo non lo accetterò più)

6. Gunny (Sarà meglio che prendi nota. Sono cattivo, incaz*ato e stanco..)

non sarà il caso di questo film Ok, ma non si può dire che puntare su una sceneggiatura che prevede molti dialoghi sia l'anticinema. Possiamo criticarne la qualità, (potevano essere curati meglio etc.) ma non si può nemmeno dire che fare cinema sia solo attraverso la potenza evocativa e comunicativa delle immagini (e magari senza effetti sonori e musica, sai che OO)

Prendi ad esempio un film come i Soliti Sospetti.
Non c'è praticamente nulla da vedere che valga la pena di essere ricordato, a parte, forse, il finale. Tutto si regge sui dialoghi per arrivare al colpo di scena conclusivo. E tanto per citarlo.

"La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste..."

Un altro momento di cinema monumentale, per ciò che riguarda i dialoghi, lo ho assaporato con "True Detective". Il dialogo in macchina tra Rustin e Martin alla prima puntata è semplicemente da antologia

http://www.blitzquotidiano.it/frase-del-giorno/true-detective-la-filosofia-di-rustin-cohle-video-1825481/


Paniko23  19/11/2014 16:10:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tralascio il fatto che tu stia giudicando Gravity sulla base di recensioni che hai letto, e vabbè..
"Se uno va al cinema solo per la fotografia, effetti speciali e altro Ok, è una sua scelta, ma per me invece molto più importante che si ben costruita e narrata un storia"
Per me no. Per me il cinema è prima di tutto regia, fotografia, montaggio, colonna sonora, recitazione ecc. la sceneggiatura è francamente l'ultima cosa a cui do peso.
Poi saranno scelte/gusti personali. Però credo che nel cinema la forma sia più importante del contenuto. se, faccio un esempio, uno scrittore pubblica un libro con una trama fantastica, poi però lo leggo e noto che i congiuntivi sono tutti sbagliati, non dico che il libro è figo ma che è una *****. questo, in sostanza, è il mio discorso
peter-ray  21/11/2014 15:04:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gravity alla fine lo recupero, ma di certo non sarà la stessa cosa senza il 3D del cinema. A queste premesse non potrò mai dare un giudizio del tutto oggettivo del prodotto, o per lo meno non dal punto di vista puramente estetico. Ecco uno dei limiti di comunicazione che ci pone la tecnica e la tecnologia. Limiti che invece non presenta una buona scrittura del testo, o l' interpretazione che di certo non si ottiene soltanto con le espressioni facciali.

Se ora il discorso è nella forma magari facciamo un bel passo avanti rispetto al dire che dialoghi e sceneggiatura non contano ;)

A me in genere piace valutare le opere nel loro complesso, ma la confezione deve necessariamente racchiudere una storia, un racconto, un soggetto, una trama, un plot o chiamalo come vuoi. Il cinema deve raccontarmi qualcosa, alienamenti non ha senso.
Poi certo, la musica si può fare anche senza avere necessariamente un testo, ma li è una questione di genere. Per il cinema, oltre al musical, il porno, il documentario e il cinema muto (ma solo per questioni tecniche ancora non scoperte) non c'è praticamente nulla per cui si possa dire che il testo e i dialoghi siano aspetti secondari o del tutto marginali.

In sostanza può andar bene dire che i dialoghi deificano di eccessiva banalità per cui non si riesce ad apprezzare a pieno l'opera, ma in merito a questo non si può dire che era meglio non metterceli proprio, anche perché, nel caso del film specifico, ti rimarrebbero si è no 30 minuti di pellicola anziché quasi 3 ore.

Poi sono d'accordo che poteva comunque accorciare la prima parte almeno di 40' ;)
Strix  15/11/2014 15:54:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
quindi, se i dialoghi non servono assolutamente, tu i film li vedi in muto? e li capisci tranquillamente, tanto non c'è bisogno di spiegoni? suvvia dai, si sta un po' delirando qui..interstellar visivamente è potentissimo e degli spiegoni, anche se sono presenti, non si capisce comunque una mazza, quindi..
Paniko23  15/11/2014 18:15:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il linguaggio del cinema è l'immagine, non il dialogo. Se per farmi capire TUTTO il significato di un film hai bisogno di ricorrere continuamente a spiegazioni verbali, significa che non stai facendo cinema ma qualcos'altro
peter-ray  19/11/2014 13:23:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come detto sopra. Non sono assolutamente d'accordo
peter-ray  19/11/2014 12:42:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"io penso che come al solito, anche sul web si critichi giocoforza Nolan non nel metodo, ma nel MODO"

http://dizionari.corriere.it/dizionario_sinonimi_contrari/M/metodo.shtml

1 e 2

http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/M/modo.shtml

2

... mi spiegheresti la differenza tra i due termini o.O?
Forse intendevi più dire che si critica il come e non il cosa?