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LA STANZA DEL FIGLIO regia di Nanni Moretti

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pier(pa)     7½ / 10  04/02/2009 21:33:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo è un film muto sul dolore.
Di questa pellicola, ho apprezzato soprattutto ciò che NON si dice.
Nanni Moretti ci parla del dolore di un padre che perde un figlio, ma non ce lo fa VEDERE.
Contro tutti gli schemi televisivi degli ultimi 15 anni, Nanni Moretti ci porta in un dolore non spettacolarizzato, dove non ci si strappa i capelli, non si urla, non si sbraita. E' un dolore più intimo, nascosto, che ci parla di quella parte di noi che, comunque, non può venire fuori. Giovanni è un uomo mite, a contatto con una medietà della vita (non mediocrità), che lo colloca in una sottile linea di confine tra l'uomo amabile e quello insopportabile. Calmo nel lavoro, calmo nella vita, calmo nell'amore. E quando qualcosa si incrina, con la morte del figlio, nel perfetto apparente meccanismo, non viene fuori qualcosa di assurdo, di inaspettato. Abbiamo di fronte, semplicemente, un uomo vinto, sconfitto, che pensa e ripensa a come "sarebbe potuta andare se...". Ma non c'è esternazione, e appunto spettacolarizzazione (il dolore è sempre e comunque spettacolare). Giovanni sembra capire quello che in pochi vogliono ammettere. Il dolore non è condivisibile, e nessuna dimensione empatica può aiutarci. C'è un punto di non empatia.

Non tutto però aiuta a entrare nella pellicola pienamente. Nanni Moretti ci comunica che, comunque, dobbiamo restarne fuori.

Detto questo il film resta sostanzialmente "impressionativo". Un giudizio obiettivo è in questo senso molto difficile.

Vi è raccontato il dolore "socialmente" più devastante, in un'ottica che resta comunque, e mi dispiace usare questa parola bruttissima, soggettiva. Ma Nanni Moretti rimane esemplare, e riesce a tirare fuori un bel film, soprattutto perchè "difficile".