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 7½ / 10  17/05/2014 22:47:59 » Rispondi
   7½ / 10  17/05/2014 22:47:59 » Rispondi SPOILER diretta con grande classe ed efficacia drammatica.  Altre cose mi hanno convinto meno, il personaggio della dottoressa ad esempio e il suo rapporto con il protagonista mi sono scivolati via come se niente fosse, impalpabili, molto più interessante (seppure fosse forse la cosa più scontata e banalotta del film) l'evoluzione del rapporto tra Woodroof e Rayon, almeno per come è stato scritto, con classe. Nemmeno il finale, devo dire, mi è dispiaciuto, la storia biografica è stata trattata con tatto, intelligenza e abilità senza troppi facili moralismi, la giusta dose di crudezza, mai eccessiva, e un equilibrio invidiabile, merito anche allo script ed è un peccato che non riesca mantenere l'attenzione alta e costante proprio per tutto il film, merito forse più della storia in se. Ambientata nella seconda metà degli anni '80, la battaglia personale e poi collettiva di Ron Woodroof è come detto ben trattata ma il tema delle prime devastanti diffusioni del virus dell'HIV e conseguentemente dell'AIDS, le "credenze" (malattia contratta solo dai "froci") la consapevolezza e l'informazione (gli altri modi in cui si può contrarre il virus) sono tutte cose che oggi, almeno nel modo in cui sono narrate in "Dallas Buyers Club", attirano poco il mio interesse. Poco male, il film è quindi di impianto molto classico, ma ben diretto e molto ben interpretato, non è certo un capolavoro ma una valida visione, questo senza dubbio.
 SPOILER diretta con grande classe ed efficacia drammatica.  Altre cose mi hanno convinto meno, il personaggio della dottoressa ad esempio e il suo rapporto con il protagonista mi sono scivolati via come se niente fosse, impalpabili, molto più interessante (seppure fosse forse la cosa più scontata e banalotta del film) l'evoluzione del rapporto tra Woodroof e Rayon, almeno per come è stato scritto, con classe. Nemmeno il finale, devo dire, mi è dispiaciuto, la storia biografica è stata trattata con tatto, intelligenza e abilità senza troppi facili moralismi, la giusta dose di crudezza, mai eccessiva, e un equilibrio invidiabile, merito anche allo script ed è un peccato che non riesca mantenere l'attenzione alta e costante proprio per tutto il film, merito forse più della storia in se. Ambientata nella seconda metà degli anni '80, la battaglia personale e poi collettiva di Ron Woodroof è come detto ben trattata ma il tema delle prime devastanti diffusioni del virus dell'HIV e conseguentemente dell'AIDS, le "credenze" (malattia contratta solo dai "froci") la consapevolezza e l'informazione (gli altri modi in cui si può contrarre il virus) sono tutte cose che oggi, almeno nel modo in cui sono narrate in "Dallas Buyers Club", attirano poco il mio interesse. Poco male, il film è quindi di impianto molto classico, ma ben diretto e molto ben interpretato, non è certo un capolavoro ma una valida visione, questo senza dubbio.

 Daniela Puledra  07/07/2017 06:47:27 » Rispondi
 Daniela Puledra  07/07/2017 06:47:27 » Rispondi