Terry Malloy 8 / 10 13/01/2013 12:59:55 » Rispondi Ho assai rimpianto di non essere un conoscitore d'arte come Virgil "Mr." Oldman mentre lo osservavo entrare nella mente dei più grandi artisti e geni della storia dell'arte, mentre lo ammiravo coniugare la passione, l'ossessione per la creazione retinica con l'eleganza ascetica di una vita votata alla castità e all'obbedienza di un dio minore che afferisce soltanto a lui stesso. In un certo senso tutti quelli che cospirano contro Virgil non fanno altro che regalargli un nuovo dio, impiantano una nuova credenza, fatta di cose bellissime ma false, nell'animo ormai morto di questo personaggio-genio.
Perché in fondo il grande merito di questo film, comodamente assiso sulla Tradizione, è essere esso stesso l'oggetto del suo contenuto: un film d'antiquariato. Un pezzo d'arte del nostro cinema. Quasi nessuno ha parlato delle superbe musiche di Morricone, qualcosa che meriterebbe davvero premi a profusione. Le musiche, la fotografia, il montaggio, tutta la tecnica di questo bellissimo film italiano riescono a rendere l'atmosfera di cui racconta, è il canto e il narratore. Alla fine è una storia iconica, quasi mito. I topoi del grande inganno ci sono tutti. L'uomo di cultura, d'arte, il genio che conosce tutto a parte se stesso. E alla fine è una lotta tra geni, tra personaggi eccentrici che non amano niente se non se stessi... "Ogni artista odia quello che produce" afferma arrogantemente Virgil, parlando di libri. Non c'è apparato criminale, non c'è la bassezza di un inganno perpetrato per soldi. C'è la sconfitta di un uomo stimato e grande, di un gigante della conoscenza antiquaria, delle epoche, del passato. E difatti chi lo ama non è chi ne riconosce il genio, ma la professionalità.
elio91 13/01/2013 14:05:30 » Rispondi Che schifo che mi fai.
Ti amo.
elio91 13/01/2013 14:06:47 » Rispondi Che schifo che mi fai.