elio91 7½ / 10 06/02/2012 11:52:18 » Rispondi Non il miglior Kitano in ogni caso: veniva da un incidente grave, e forse questo film è stato più una spinta e un convincimento verso sè stesso per uscire da quel cortile in cui i ragazzi sono rinchiusi in questo suo lavoro (la gabbia chiamata Giappone, forse?). Un modo per tornare a fare cinema che successivamente lo porterà non a caso ad uscire dai confini nazionali, dove il successo già lo aveva, per trovare la consacrazione internazionale.
C'è sempre una certa originalità nella narrazione continuamente spezzettata e mai lineare, in una trama che non sai mai dove voglia portarti e alla fine, anche se Kids Return sembra un'opera positiva rispetto alle precedenti del regista giapponese, non fatevi ingannare: i ragazzi dicono di avere ancora la vita davanti ma hanno fallito; il cortile è stretto, occludente, e lì sono considerati degli idioti da chi non si è mai impegnato seriamente a capirli e valorizzarli (i professori). Fanno da contorno delle ministorie alcune delle quali risibili e altre più riuscite e toccanti: quella del ragazzo che timidamente cerca l'appuntamento con la cameriera è certo la più curiosa, e nel finale getta un'ombra inquietante sul meccanismo della società e sulla triste sorte del ragazzo mangiato dal meccanismo spietato del lavoro.
Quindi fate attenzione con Kitano, maneggiatelo con cura, ché anche nelle opere apparentemente minori e spensierate in realtà rimane una serpe pronta a scattare e mordere con quel nichilismo desolante che mai lo abbandona.