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CARNAGE (2011) regia di Roman Polanski

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Marco Iafrate     8 / 10  07/10/2011 17:25:43 » Rispondi
La telecamera fissa inquadra un parco cittadino, due tigli in livrea invernale dominano la scena, sullo sfondo c'è un parco giochi per bambini, sul prato adiacente un gruppo di ragazzi sta camminando mentre parlottano tra di loro, due si staccano dagli altri e cominciano a darsi dei spintoni, uno afferra un bastone e colpisce l'altro al volto che si accascia sanguinante. Circa 1 ora e 20 minuti dopo stessa inquadratura, stessi tigli, alcuni passanti portano a spasso i propri cani, ora i due ragazzi parlano serenamente tra di loro tutto è placidamente normale come se non fosse successo niente al pari di un abbraccio tra due pugili sfiniti dopo un incontro, all'interno di questi due momenti di vita quotidiana, in quegli 80 minuti di intervallo che dividono un litigio con una riconciliazione, all' insaputa dei protagonisti (i ragazzi non verranno coinvolti) avviene quello che l'infinita diversità delle menti umane fa sì che avvenga quando ci si confronta nella ricerca di quello che è giusto e di quello che è sbagliato, i rispettivi genitori si incontrano a casa di una delle due coppie per risolvere la questione pacificamente ma le cose non vanno esattamente come si erano immaginati.

Il film, geniale nella sua semplicità, è la risposta a chi pensa che l'essere umano abbia delle qualità imposte dalla natura e tali rimangano per tutto il resto della vita, una rendita garantita da una convinzione: "Io sono così, è il mio carattere", succede invece che si creino delle condizioni dove tutte queste certezze crollano miseramente e viene fuori il dottor Jekyll che è dentro ognuno di noi, i quattro genitori con il passare dei minuti abbandonano il loro dialogare pacato e rispettoso sul problema causato dai propri figli e, in un' involuzione inarrestabile, tirano fuori il peggio del loro carattere.
Straordinaria la prova dei quattro attori, costretti ad una infinità di battute battibecchi dialoghi taglienti, e quando non ci sono le parole giganteggiano i gesti, i sorrisi appena accennati, gli sguardi al vetriolo, i brevi silenzi necessari a metabolizzare l'attacco e organizzare la difesa.

Una nota di merito mi sembra d'obbligo per kate Winslet la cui bravura riesce ad essere superiore anche alla sua bellezza, incantevole fin quando il suo aplomb fa trasudare eleganza e sensualità, morbosamente accattivante quando un paio di bicchieri di whisky le fanno saltare i freni inibitori .

Le cose non sono mai come ci appaiono e il tentativo di farle andare come pensiamo è sempre destinato al fallimento, forse è meglio adattarsi ai voleri della natura che esige sempre quel che le spetta, non è possibile domarla, i quattro volenterosi genitori si vengono a trovare nella tipica condizione in cui ognuno ha la bramosia di dimostrare la propria forza e la propria saggezza ma non c'è forza e saggezza che possano eliminare le normali debolezze fisiche, quella inclinazione che loro pensano ancorata alla propria personalità cede miserevolmente agli istinti tanto da non ottenere dal loro incontro nessun risultato.

"Ieri sera ho visto la sua amica Jane Fonda in tv. Dopo volevo comprare un poster del Ku Klux Klan".