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SENNENTUNTSCHI - CURSE OF THE ALPS regia di Michael Steiner

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Febrisio     7 / 10  29/09/2011 21:40:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come la "Sennentuntschi" della leggenda, prende vita anche il film dello svizzero Micheal Steiner, ex Grounding. Presentato al Festival di Zurigo è stato aspramente criticato per il tipo di pellicola. Categorizzato come horror deluderà lo spettatore alla ricerca di fiumi di sangue, e del brivido stile ragazza giapponese dai lunghi capelli neri. La bambola dei pastori si rivela come semplice storia di mistero, vantando una fotografia tetra di grande impatto, e un montaggio moderno. Meravigliosa la nebbia che sembra caricare le cime delle montagne.
Dall'unico cantone svizzero trilingue, immortalando la magica Soglio in val Bregaglia, al canton Uri si vede una nuova visione svizzera come fosse la parete Nord della montagna; quella più indesiderata per gli scalatori.
La narrazione si finge omogenea giocando a mimetizzare ciò che è evidente, forse meno per lo spettatore non attento o del sabato sera. Il criticato stupro mostra poco più del dovuto senza appesantire la pellicola o esserne il fulcro.
La scelta del regista di proporre un film di questo stile dimostra ampiamente un altro passo per il cinema svizzero in direzione di più versatilità di genere, senza rinchiuderlo ad un pubblico troppo mirato ed esclusivo. Obiettivo raggiunto con tanta fatica finanziaria, premiato con un "solo" premio della giuria ai Quartz svizzeri 2011, forse una maledizione.

In conclusione a mio parere il film è più che godibile, e chissà, forse, stanchi di raccontare la storia della dolce Heidi e le sue pecorelle, i contadini svizzeri s'immaginano una nuova leggenda colmando ciò che la troppo piccola Heidi non poteva fare.