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HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE - PARTE 2 regia di David Yates

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david briar     10 / 10  15/07/2011 17:44:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premessa: il mio giudizio di questo film è di parte. Sono cresciuto con l'universo creato da J.K. Rowling, il valore affettivo è troppo per essere obbiettivo.

E dopo dieci anni, siamo arrivati alla fine. E' finito quel fenomeno che in tutto questo tempo ha emozionato, coinvolto e portato al cinema milioni d persone.
Grandissimi i meriti della produzione: il più grande è quello di essere riusciti a mantenere invariato il successo dopo otto film, nonostante qualche passo falso hanno sempre avuto un enorme successo.

Adesso veniamo al film in questione. Si parte esattamente da dove era finito il primo atto, subito vengono date delle informazioni, ma stavolta anche chi non ha letto il libro riesce a seguire la storia senza troppa difficoltà, come invece non era accaduto in altre occasioni, dove quadrava tutto solo a chi aveva letto i romanzi e poteva colmare i buchi della sceneggiatura.
Un plauso gigante va dato a sceneggiatore e regista per aver trovato un compromesso fra fedeltà alla storia e ritmo narrativo.
Il film ha un grande ritmo, con molta più azione rispetto al precedente, a volte anche a scapito di particolari importanti

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, tuttavia nonostante sia un fan sfegatato, non mi sono troppo adirato, non bisogna essere troppo pretenziosi con le trasposizioni cinematografiche.
Yates è molto maturato dalla sua prima regia, riesce a dare un tocco emozionante alla pellicola. Bellissima la fotografia, stupende le scenografie, appropriata la colonna sonora.
Venendo alla recitazione, vengono offerte prove di enorme spessore:
-Helena Bonham Carter, tanto per cambiare, è tre spanne sopra a tutti, la sua interpretazione è difficilissima:



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-Ralph Fiennes è credibile in uno dei villain più riusciti del decennio cinematografico;
-Maggie Smith da solidità ad un personaggio finalmente ritrovato e meglio caratterizzato;
-Tom Felton riesce sempre meglio a tratteggiare un personaggio così ambiguo come il suo;
-Michael Gambon è bravo come non è mai stato nel ruolo di Silente, nonostante abbia una sola scena;
-il trio convince, la migliore espressivamente è la Watson, maturata moltissimo rispetto agli altri film;
Ultima menzione va data ad Alan Rickman, che probabilmente non vedeva l'ora di poter approfondire uno dei personaggi più belli creati dalla Rowling, ed è bravissimo nel momento più commovente dell'intera saga, e il più riuscito per aderenza al libro:



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Il finale è commovente, soprattutto non si rischia di cadere in troppo melò e retorica, come era possibile. Solo il trucco usato sui protagonista non è molto efficace, sono solo più alti ma non sembrano particolarmente invecchiati.
Chiudo questo commento con una nota di rammarico. Perchè da oggi non ci saranno più film nè libri di aspettare che racconteranno le avventure del maghetto più famoso del mondo. Resterà la maliconia, la gioia di ricordarsene fra anni con un sorriso e la possibilità, quando sarà troppo il senso di vuoto, di rituffarsi nei romanzi o nei film, a farsi commuovere, a scoprire particolari e sfumatere che magari altre volte non avevamo notato. E' finita un'era, e l'unica cosa che posso fare di fronte a ciò e dare il massimo a questo film.
Perchè alcuni legami affettivi sono troppo forti, e non se ne andranno mai via.

Grazie a J.K. Rowling, e a chiunque abbia collaborato a questa storia. Non finirò mai di esservi grato.